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Il filo rosso che unisce le vertenze calabresi: da Vibo a Crotone e Castrovillari… “aspettando Godot”

«È arrivato il momento di aprire un tavolo regionale e ministeriale per riprendere seriamente una vertenza fondamentale per il lavoro e per la Calabria». 

Il filo rosso che unisce le vertenze calabresi: da Vibo a Crotone e Castrovillari… “aspettando Godot”
Foto di repertorio

Quanto sta succedendo a Castrovillari ed a Crotone è, con tutta evidenza, lo struggente copione di una antesignana opera che, nel passato recente, ribattezzammo nel nostro territorio, dal teatro sociale dell’assurdo, a memoria del celeberrimo dramma di “aspettando Godot”. Una tragedia vissuta per anni a Vibo Valentia sul campo della protesta e delle proposte per ottenere quello che ovviamente si sarebbe potuto risparmiare, anche, altrove, se non fosse prevalsa l’ignavia. La vertenza Italcementi di Castrovillari è quanto di più stridente abbiamo già vissuto sul nostro territorio e che la regione Calabria, fantasticando e temporeggiando, non ebbe minimamente a considerare nel suo inevitabile e devastante l’effetto domino.

Perché, quando le politiche sulle attività produttive per una regione diventano un optional non solo si perde il poco esistente, ma si compromette tutta la filiera industriale ed occupazionale del vitale sistema produttivo regionale. Infatti, se l’Italcementi di Vibo Marina fosse stata una vertenza regionale e la sua possibile riconversione realizzata e vista in relazione a quella di Castrovillari non avremmo finito col chiudere entrambi gli stabilimenti. E, se questo, ci auguriamo, possa bastare, adesso è arrivato il momento di riaprire un tavolo regionale e ministeriale per riprendere seriamente una vertenza fondamentale per il lavoro e per la Calabria. Allo stesso modo, la vertenza della Provincia di Vibo Valentia, aspramente vissuta, rimbalza nelle cronache delle proteste di Crotone.

Anche qui il dado è già tratto. Per quanto utile può essere stato lo sforzo delle battaglie condotte nel Vibonese il problema per Crotone rimane, esattamente, laddove il governo nazionale rinvia sine die una indicibile riforma senza le minime garanzie per i servizi e per la sicurezza occupazionale. Ad oggi non sono stati ancora erogati i trasferimenti statali a saldo 2014 e correnti al 2015, in una condizione di tempi spettrali nella mobilità del personale. Nella speranza che il voluminoso copione di vertenze vibonesi non abbia a ripetere altrove anche i rischi della chiusura dei presidi istituzionali di Prefettura, Questura e Comando VdF auspichiamo che la politica e tutti i livelli Istituzionali e dirigenziali siano certi della responsabilità e dei compiti che vanno assolti.

*Segretario generale provinciale della CGIL

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