Michele Bianchi e il corso a suo nome a Vibo Marina
Ministro dei lavori pubblici prima di Luigi Razza, è deceduto nel 1930 a soli 48 anni. Dopo la caduta del fascismo molte vie a lui intitolate sono state rimosse ma resistono in Calabria e nel Vibonese. Affondato un sommergibile a suo nome
Il corso Michele Bianchi è la via principale di Vibo Marina, quella in cui si affacciano le principali attività commerciali ed è l’arteria che consente il collegamento tra la zona portuale e quella residenziale. Un nome che suona sconosciuto ai più, ma che appartiene a una delle figure di primo piano del Ventennio.
Michele Bianchi nacque a Belmonte Calabro (Cosenza) nel 1882. Trasferitosi a Roma, abbandonò presto gli studi di giurisprudenza per dedicarsi a tempo pieno al giornalismo e alla politica. Nel 1903 s’iscrisse al Partito Socialista divenendo redattore del quotidiano L’Avanti e aderì all’ala riformista di Arturo Labriola per poi approdare al sindacalismo rivoluzionario diventando direttore del quotidiano Lotta Socialista. Sostenne la causa degli interventisti nella Grande Guerra; arruolatosi volontario, contrasse forse in questo periodo la tubercolosi, malattia che lo porterà a una morte prematura. [Continua]
Finita la guerra, aderì al fascismo e Mussolini lo nominò redattore capo del Popolo d’Italia. Legò il resto della sua esistenza al capo del fascismo, divenendo primo segretario del Partito Nazionale Fascista. Partecipò alla marcia su Roma in veste di “quadrumviro” assieme a De Bono, De Vecchi e Italo Balbo. In seguito Mussolini lo nominò membro del Gran Consiglio del fascismo per poi assurgere, nel 1928, alla carica di ministro dei Lavori Pubblici, dove rimase ben poco in quanto, nel 1930, a soli 48 anni, la tubercolosi se lo portò via. Gli succederà, alla guida dello stesso dicastero, il vibonese Luigi Razza. La nomina a capo dell’importante ministero non porterà fortuna neanche a lui, Razza morì infatti cinque anni dopo in seguito ad un incidente aereo le cui cause non furono mai completamente chiarite. Si devono all’interessamento di Bianchi l’istituzione del parco nazionale della Sila, dei primi poli industriali a Crotone e opere di bonifica in diverse zone malariche calabresi.
In sua memoria, sulla collina di Belmonte, venne eretto un grande mausoleo, ancora oggi esistente e che è meta di pellegrinaggi. In tutt’Italia e nelle colonie gli vennero intitolate strade e piazze . Nel 1939 prese il nome di Michele Bianchi anche un sommergibile della Regia Marina che, allo stesso modo del politico calabrese, non ebbe una lunga vita. Entrato in servizio nel 1940, fu colpito dai siluri di un sommergibile britannico il 4 luglio 1941 e si inabissò con l’intero equipaggio dopo aver svolto in tutto sette missioni di guerra.
Mentre nella maggior parte delle città italiane le intitolazioni a Bianchi furono rimosse già nell’immediato dopoguerra, esistono ancora oggi delle vie a lui intitolate, oltre che nella sua città natale, anche a Scalea, Marano Marchesato, Rossano, San Lorenzo del Vallo e Rocca Imperiale in provincia di Cosenza; Gizzeria, Sersale, Carlopoli in provincia di Catanzaro; Drapia, Nicotera, Gerocarne e Vibo Marina in provincia di Vibo Valentia.