lunedì,Dicembre 2 2024

Elica ed ancora del primo rimorchiatore in dono alla Guardia costiera

Per anni il Pianosa ha operato nel porto di Vibo Marina ed è stato avviato ora alla demolizione. Il monumento collocato all’ingresso della Capitaneria

Elica ed ancora del primo rimorchiatore in dono alla Guardia costiera

Il “Pianosa” era il più anziano dei rimorchiatori che operavano nel porto di Vibo Marina e anche per lui è arrivato il momento di andare in disarmo e di essere avviato alla demolizione. Ma qualcosa di esso rimane ancora, due pezzi importanti della sua struttura: l’ancora e l’elica che, simbolicamente, rappresentano l’immobilità e il movimento, due fasi contrastanti ma complementari, presenti in ogni aspetto della vita. Un pezzo della storia del porto che la Calabria Navigazione srl, proprietaria della nave, ha voluto che non andasse perduto facendo dono alla Guardia costiera di Vibo Marina di un monumento in acciaio inox in cui sono contenute le due componenti dell’unità navale demolita, ideato e realizzato da Mimmo Sergi e da alcuni giorni collocato a fianco dell’ingresso principale dell’edificio in cui ha sede la Capitaneria di Porto.

I rimorchiatori,  mezzi navali caratterizzati dalle dimensioni relativamente contenute, da una struttura particolarmente robusta, dal notevole rapporto potenza/peso ma provviste di macchine potenti, sono una delle categorie di navi più utili nel panorama delle operazioni navali ed essenziali nei servizi portuali per la loro idoneità ad operare anche in condizioni proibitive. Un servizio indispensabile affinché una struttura portuale possa definirsi di tipo “commerciale”, in base a quanto disposto dalla legislazione in materia portuale. Il loro compito principale consiste nell’accompagnare le navi in partenza verso il mare aperto oppure di guidarle verso le manovre di attracco.

L’obbligo dell’utilizzo dei rimorchiatori  per le manovre delle navi nel porto di Vibo Marina risale ad un’ordinanza del comandante della Capitaneria di Porto dell’8 novembre 1993, nella quale veniva considerata indispensabile la presenza di rimorchiatori anche alla luce degli incidenti verificatisi nel passato ai danni di navi cisterna. Basti ricordare la tragedia della petroliera Soreghina del 1962 (tre morti), l’incendio sulla m/c Livorno nel giugno 1973 (un morto e diversi feriti), la collisione della m/c Giuliana con il m/p Papà Rocco (quattro morti), l’arenamento della m/c  S.Lucia che costò la vita a un membro dell’equipaggio dell’elicottero di soccorso. L’ordinanza faceva pertanto rilevare che, tenuto conto del movimento portuale costituito prevalentemente da prodotti petroliferi,  l’istituzione del servizio di rimorchio portuale avrebbe consentito, in caso di pericolo, di spostare rapidamente in rada eventuali navi sinistrate.

Tanta acqua il “Pianosa” ha visto scorrere sotto la sua chiglia, tante navi ha accompagnato in porto. Adesso, grazie alla sua elica, all’ancora e alla targa posizionata l’8 settembre, il suo nome non sarà dimenticato. Ci sono vicende in cui anche le cose sembrano acquistare un’anima, quella descritta appartiene ad esse.

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