domenica,Dicembre 22 2024

Mileto: il San Nicola di Bari della cattedrale oggetto di studio della storica tedesca Regine Schallert

La collaboratrice scientifica della Bibliotheca Hertziana di Roma è stata nella cittadina normanna per scrutare i segreti della scultura marmorea di scuola michelangiolesca, commissionata nel 1500 dal vescovo De Rusticis

Mileto: il San Nicola di Bari della cattedrale oggetto di studio della storica tedesca Regine Schallert

Continua ad essere oggetto di studio l’imponente scultura marmorea di San Nicola di Bari, allocata nell’abside laterale destro della chiesa cattedrale di Mileto. Nelle scorse settimane, proprio per mettere il prezioso manufatto sotto la lente d’ingrandimento e cercare di svelarne segreti e peculiarità, nella cittadina normanna è giunta la collaboratrice scientifica della Bibliotheca Hertziana di Roma Regine Schallert. Una due giorni intensa, necessaria alla storica tedesca per acquisire sul campo elementi utili a confermare o a smentire alcune interessanti ipotesi di studio.

 Di scuola michelangiolesca, dal 1549 il bellissimo San Nicola assiso in trono abbellisce le varie cattedrali che si sono succedute, prima nell’antico sito normanno e poi nell’attuale città. Il monumento marmoreo fu commissionato a Roma dall’allora vescovo di Mileto Quinzio de Rusticis, per poi vivere sulla propria pelle i tragici eventi sismici succedutisi in Calabria, venendo infine danneggiata dal terremoto che nel 1783 distrusse gran parte della regione. Abbandonato tra le macerie della distrutta cattedrale normanna, lì rimase anche dopo il trasferimento della città nel nuovo sito, posto a due chilometri di distanza dal precedente. Nel 1812, durante il decennio di dominazione francese, ancora lì lo trovò il colonnello Nicola Filiberto Desvernois, eroe delle campagne napoleoniche del 1796 in Italia e del 1799 in Egitto, il quale ad un certo punto optò per il trasferimento del San Nicola nel nuovo abitato, con lo scopo di adornare la piazza della cattedrale.

Caricata su un resistente carro buoi appositamente costruito e adagiata su uno strato di fieno, il 5 dicembre la scultura marmorea iniziò il suo viaggio in compagnia di trecento cacciatori a cavallo e dell’intera popolazione, tra il suono delle campane e il rumore dei petardi. Solo in un secondo momento, ricollocata la testa con la sua mitria dorata e restaurata ad un piede e ad una mano, essa fu sistemata all’interno della chiesa madre della diocesi.         

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