Meridionale Petroli, Cascasi: «Curve di danno esterne allo stabilimento, Scalamogna si dimetta»
Dal Comitato tecnico regionale doccia fredda per il Comune all’indomani dell’approvazione del Psc. L’imprenditore chiede la testa dell’assessore: «Valutazioni errate per sua esclusiva responsabilità»
Il Comitato tecnico regionale (Ctr), nella seduta del 5 agosto scorso, non ha approvato il documento di valutazione dei rischi della Meridionale Petroli Srl di Vibo Marina, «deludendo di fatto gli auspici dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia che pensava ad un contenimento del rischio all’interno del deposito costiero: circostanza questa che non si è verificata bensì il Ctr ha manutenuto ferme le conclusioni del 18 giugno 2019». Continua la querelle intorno all’area di via Vespucci di Vibo Marina nella quale si cerca una difficile convivenza tra attività ricettive e turistiche e depositi costieri di carburante. A rinfocolare la polemica con l’amministrazione comunale, seguita all’approvazione del Piano strutturale comunale, è ancora una volta l’imprenditore Francesco Cascasi, già destinatario di un intervento di replica da parte dell’assessore comunale all’Urbanistica Pasquale Scalamogna.
«Forse – scrive Cascasi – l’assessore avrebbe dovuto essere meno precipitoso nel predisporre la replica alle mie considerazioni sugli effetti devastanti che l’approvazione del Psc avrebbe determinato per lo sviluppo di Vibo Marina ed attendere quanto meno l’esito di questa valutazione del Ctr. Adesso davvero dovrà spiegare come intende garantire la compatibilità tra il mantenimento dello stabilimento della Meridionale Petroli con la vocazione turistica di Vibo Marina. Ma soprattutto dovrà spiegare cosa intende fare nell’immediato visto che, avendo legittimato con l’approvazione del Psc il divieto di tutte le attività ad elevato affollamento o ricettività poste all’interno della curve di rischio previste dal Piano di emergenza esterno, dovrà agire di conseguenza».
Per Cascasi, poi, «è inutile il tentativo di diluire la sua responsabilità politica in merito all’approvazione del Psc richiamando la delibera di giunta del 6 marzo 2020 oppure, attraverso un artificio retorico quale quello del riconoscimento per il lavoro altrui, di fatto ribadendo che l’amministrazione Limardo si è limitata a compiere l’atto finale di approvazione su contenuti programmatici decisi a suo tempo da altri. Dalla cronistoria degli atti, però, la situazione mi sembra ben diversa».
Per l’imprenditore «è evidente che la replica dell’assessore non è altro che il tentativo di attenuare le critiche e i dubbi che si stanno levando nella sua stessa maggioranza dopo l’approvazione del Piano visto che soltanto adesso si comincia a prendere atto del gravissimo nocumento che l’approvazione del Psc comporta per il futuro di Vibo Marina. Dubbi e perplessità che adesso diventano assi più pesanti dopo che le rassicurazioni sull’esito della valutazione del Ctr sono venute meno e dopo che si dovrà gestire la presenza soffocante dello stabilimento della Meridionale Petroli la cui ombra impedirà di progettare qualunque investimento economico nell’area portuale».
Incalza Cascasi: «Per quanto l’assessore Scalamogna tenti di allontanare da se la paternità del Piano strutturale rimane il dato ineliminabile che la previsione della inutilizzabilità delle aree sottoposte alle curve di rischio della Meridionale Petroli è stata esclusivamente opera sua e soltanto sua è la responsabilità di aver voluto porre tale delimitazione nella vana speranza che vi sarebbe stata una modifica al Psc in modo da riportare le curve di danno all’interno dello stabilimento, sperando cosi di non dover prendere radicali provvedimento laddove questo non fosse successo. L’assessore Scalamogna non solo dovrà spiegare ai cittadini che questa Amministrazione ha definitivamente archiviato la possibilità di fare di via Vespucci il centro dello sviluppo turistico di Vibo Marina ma avendo fatto affidamento su una favorevole decisione del Ctr non rimane altra via del trarre le conclusioni politiche rassegnando le dimissioni a meno che non voglia trascinare con se l’intera amministrazione comunale e restituire ai cittadini il diritto di scegliere amministratori della cosa pubblica più coraggiosi. Non credo che vi sia altra conclusione per questa vicenda condotta male e finita peggio: il Ctr nella seduta del 5 agosto conclude ricordando che “l’analisi condotta dal gestore non consente di validare le ipotesi e le conclusioni a cui lo stesso è addivenuto consistenti nel ritenere che le curve di danno sono tutte interne al deposito”, e che nelle more continua ad applicarsi quanto previsto dal Ctr nella seduta del 18 giugno 2019. Seduta nella quale si è preso atto di quanto concluso dal gruppo di lavoro del 7 maggio 2019 nel quale si afferma testualmente che la compatibilità dell’impianto sarà possibile attuando una delle due prescrizioni: vietare l’uso della spiaggia nelle aree contigue alla Meridionale Petroli; prescrivere alla Meridionale Petroli di elaborare ulteriori misure protettive e/organizzative al fine di contenere le curve di danno all’interno dello stabilimento. Credo proprio che non occorra aggiungere altro».