venerdì,Novembre 29 2024

La demolizione della Tonnara di Vibo Marina e il mistero delle ancore scomparse

Il recente ritrovamento nel porto riaccende l’interesse per la loro fine. Alcune si trovano in strutture private, molte in mare e potrebbero essere ricollocate a Bivona

La demolizione della Tonnara di Vibo Marina e il mistero delle ancore scomparse

Erano qualche centinaio, allineate come tanti soldatini di piombo e adagiate sulla spiaggia del porto, accanto all’edificio della “loggia”, l’antica tonnara “Angitola” che aveva conosciuto il suo periodo di splendore verso la fine dell’Ottocento. Erano le ancore in dotazione ai barconi della tonnara, con cui venivano fissate le reti delle “camere” sui fondali. Le “logge” erano strutture in muratura aventi molteplici funzioni, tra cui la pesatura dei pesci catturati, la loro selezionatura, la salagione e le trattative di compravendita. Nei periodi in cui le tonnare non erano operanti, nelle “logge” venivano immagazzinati i barconi, le reti, le attrezzature e, appunto, le ancore. La pesca del tonno tra Pizzo e Bivona riusciva nel 1800 a realizzare in media duemila quintali di pescato e intorno ad essa, con stabilimenti a Pizzo e Vibo Marina, avevano potuto svilupparsi anche le prime industrie conserviere. Non riuscì, però, a durare a lungo in quanto condizionata dall’imprevedibilità di tale tipo di pesca e dalla sua limitazione stagionale. Nel 1891 la tonnara di Pizzo fu dichiarata passiva dal suo proprietario, il marchese Gagliardi, mentre all’indomani del secondo dopoguerra la pesca del tonno nella zona di Vibo era ormai una realtà economicamente irrilevante: 230 quintali nel 1946, 299 nel 1948, 192 nel 1950. Fu così che anche l’antica tonnara di Vibo Marina subì la stessa sorte e si vide costretta a chiudere la sua attività. [Continua]

L’antica “loggia”, autentico patrimonio storico-culturale del territorio costiero e che oggi avrebbe potuto costituire un’attrattiva per il turismo di tipo culturale, venne rasa al suolo negli anni ’70 per fare posto alla costruzione della caserma della Guardia di Finanza. Delle centinaia di ancore si perse ogni traccia, nessuno sa quale sia stato il loro destino. Oggi ne rimangono soltanto pochi esemplari, disseminate in strutture private e che potrebbero essere posizionate, in maniera più consona, presso la tonnara di Bivona ma, presumibilmente, molte di esse si trovano ancora inabissate nei fondali della costa. Il recente ritrovamento, nel porto, di una di esse, ha riacceso, in questi giorni, l’interesse. C’era chi sperava che si trattasse di un prezioso reperto archeologico, ma in realtà si tratta soltanto di una delle vecchie ancore della tonnara e c’è chi afferma che è più facile trovarne una sott’acqua che sulla terraferma.

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