venerdì,Novembre 22 2024

Il Pd verso il congresso, l’area Censore mostra i muscoli

Presentata la mozione a sostegno della candidatura di Enzo Insardà a segretario provinciale del partito. Il deputato: «La minoranza avrà un ruolo, ma la nostra leadership non è in discussione». 

Il Pd verso il congresso, l’area Censore mostra i muscoli

Una sala gremita, interventi distensivi, toni decisi, nessun passo indietro. Il congresso del Pd «si farà», perché «è giusto e democratico così». Il congresso si farà perché «la maggioranza va legittimata da regole chiare e condivise» con buona pace di quanti tentano di «rovesciare il tavolo», “minoranze” alle quali «guardare con rispetto ma dalle quali pretendere il medesimo trattamento». Le polemiche rimangono ai margini, meglio mostrare i muscoli, contarsi e “meravigliarsi” del «consenso» che si è riusciti a catalizzare: «vuol dire che qualcosa di buono l’abbiamo fatta pure noi».

E c’è davvero un’ampia rappresentanza del Partito democratico vibonese ad affollare la sala consiliare della Provincia dove si è da poco conclusa l’assemblea di presentazione della mozione “maggioritaria” in vista del congresso provinciale. Molti i dirigenti, gli amministratori locali, i sindaci, i segretari di sezione e i semplici militanti, giunti dai quattro angoli del Vibonese, rispondendo “presente” alla chiamata del leader d’area Bruno Censore, seduto al tavolo di presidenza insieme al consigliere regionale Michele Mirabello e al responsabile Enti locali del partito Sergio Rizzo.

Unanime la volontà di procedere verso i lavori congressuali invocando «uno spirito d’unità, di condivisione e apertura» in cui però stride il frequente riferimento a quella “maggioranza”, tanto sbandierata, perché «i numeri sono dalla nostra parte», con i sindaci (18) che hanno sottoscritto la candidatura di Enzo Insardà (quasi sopraffatto da tante attenzioni), di segretari di circolo (oltre 40 è stato detto) di «innumerevoli amministratori locali» e con il dato del consiglio comunale del capoluogo, sfoggiato con malcelata soddisfazione, di nove (in realtà 8) consiglieri firmatari.

E, dunque, la volontà di «procedere sulla strada tracciata, in continuità con quanto finora costruito» sempre nel «rispetto delle regole democratiche» e, perché no, provando a forzare la mano su una candidatura unitaria che porti il Pd di Vibo a congresso, auspicabilmente a gennaio, in un «clima di ritrovata serenità». Anche perché «la minoranza avrà un ruolo, noi glielo vogliamo dare – assicura il comandante in capo – ma bisogna capire che ci si misura anche con i risultati. E se oggi abbiamo due rappresentanti eletti, decine tra sindaci e amministratori dalla nostra parte, un motivo ci sarà». Le polemiche rimangono però a latere, come detto, non si vuol prestare il fianco né sulla vicenda dei tesseramenti, che tanto ha fatto discutere, né sulle trame in atto per destabilizzare la supremazia acquisita.

Chi prova a farvi accenno, come il segretario tropeano D’Agostino, non trova molto seguito e anche i sui riferimenti pungenti cadono sostanzialmente nel vuoto. Meglio concentrarsi sui contenuti, quelli a sostegno della candidatura di Enzo Insardà a segretario provinciale, «figura sempre al servizio del partito», «miglior sintesi possibile d’esperienza e spessore politico», un “vecchio” ma “nuovo” «ideale per condurre il Pd vibonese nelle sfide che incombono già nella prossima primavera».

Già ma su quali contenuti? Le teste pensanti della corrente li hanno messi nero su bianco nel documento controfirmato poi da molti esponenti, vecchi e nuovi, del partito stesso. Vi si leggono richiami a «sfide da affrontare al fianco del segretario-premier Renzi», ad «un’azione riformatrice (di Renzi) in grado di trainare il paese fuori dall’immobilismo» e di «un sostegno che la federazione vibonese può offrire» innestandosi in un processo «che vede protagonista anche il governatore Oliverio». A patto però che si faccia «una scelta di responsabilità, per un Pd coeso e forte» anche alla luce del «lavoro positivo svolto dal segretario Magorno sul piano regionale».

Da Vibo deve partire poi, per i sottoscrittori, «un sereno e costruttivo confronto politico congressuale» orientato «a nuove prospettive di rilancio del territorio». Perciò è la «coerenza» di Enzo Insardà quello che serve «a rilanciare l’azione politica» democrat in un «territorio attraversato da gravi problemi economici e sociali». Condizione subordinata però all’esigenza di «completare rapidamente il percorso appena iniziato, procedendo nel pieno rispetto delle regole per come fin qui fatto» e dando seguito «all’espletamento di tutte le procedure che porteranno al congresso».

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