sabato,Novembre 16 2024

Spiaggia di Grotticelle: ordinanza di demolizione di tutte le opere abusive

Il Comune di Ricadi ingiunge al possessore dell’area di ripristinare lo stato dei luoghi. A marzo era intervenuta la Guardia costiera che, unitamente alla Finanza, aveva apposto i sigilli all’intera zona

Spiaggia di Grotticelle: ordinanza di demolizione di tutte le opere abusive

Ordinanza di demolizione di tutte le opere abusive realizzate sulla spiaggia di Grotticelle in contrasto con la normativa urbanistico-edilizia vigente, in assenza del permesso a costruire ed in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale in un sito di interesse comunitario e sottoposto a vincolo Pai (Piano assetto idrogeologico). E’ quanto disposto dall’area tecnica del Comune di Ricadi, diretta dall’architetto Vincenzo Calzona, dapprima all’Istituto Diocesano di sostentamento del Clero (Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea), proprietario delle aree in questione, e poi a Giacomo De Salvo, 42 anni, del luogo, ritenuto il reale possessore delle opere abusive e che, nei confronti della Diocesi, ha da tempo promosso un’azione giudiziaria finalizzata all’acquisto della proprietà dell’intera area per usucapione. E’ stata una nota degli avvocati Ferdinando Pietropaolo e Ornella Grillo (legali della Diocesi) diretta al Comune di Ricadi ad indicare De Salvo come autore dell’abuso e, alla luce di tutti gli accertamenti, l’ufficio tecnico comunale ha ordinato proprio a Giacomo De Salvo la demolizione delle opere abusive entro trenta giorni dalla notifica dell’ordinanza.

Trascorso inutilmente tale termine, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive, verranno acquisite di diritto al patrimonio del Comune.

Il sequestro. Erano state la Guardia di finanza e la Guardia costiera a procedere nel marzo scorso a Capo Vaticano al sequestro di un’area di proprietà privata di circa 1.500 metri quadrati dove erano in corso d’opera la realizzazione di un manufatto con struttura portante in laterizi, rivestito esternamente con perline in legno ed internamente con pannelli in cartongesso ed ancorato ad una platea in cemento di circa 27 metri quadri. Nell’area confinante con il demanio marittimo era stata altresì riscontrata la presenza di ulteriori manufatti prefabbricati adibiti a deposito, gazebo in legno, verricello per alaggio natanti, pedalò, canoe e lettini utilizzati durante la stagione estiva.

Evidenti i segni di deturpamento e alterazione delle bellezze naturali dei luoghi, soggetti a vincoli, mediante la realizzazione di terrazzamenti e sbancamenti del terreno.

Copia dell’ordinanza è stata trasmessa alla Guardia di Finanza di Vibo Marina, alla Capitaneria di Porto di Vibo Marina, alla polizia municipale di Ricadi, alla Procura di Vibo Valentia, alla Regione Calabria, al Ministero dei Lavori pubblici attraverso la Prefettura, alla Provincia di Vibo, al Ministero per i Beni culturali ed ai carabinieri della Stazione di Spilinga.

 Nella speranza che, dopo anni di anarchia in una delle spiagge più belle della Calabria, si inizi a riaffermare davvero la legalità e quel rispetto delle regole sinora assente ma, soprattutto, si restituisca la spiaggia libera ai tanti bagnanti costretti invece a divincolarsi fra la selva di ombrelloni e sdraio di lidi e villaggi (spesso fuorilegge), alla ricerca di un angolo di paradiso da tempo violentato nella quasi totale indifferenza della classe politica locale e di quanti, negli anni, si sono ritrovati ad amministrare il territorio e a non controllare quanto, proprio in quella spiaggia, stava accadendo alla luce del sole.

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