Cala il sipario su “Estate a Casa Berto”, gli organizzatori: «Bilancio in chiaroscuro»
Terza edizione caratterizzata da nomi importanti e grande afflusso di pubblico ma anche da perdite e da contributi incerti che mettono a rischio il futuro dell’apprezzata rassegna culturale
Si è chiusa, a Ricadi, la rassegna culturale “Estate a casa Berto”. Durante la conferenza stampa conclusiva, gli organizzatori e ideatori sin dal 2015, Jo Lattari, Marco Mottolese e la figlia di Giuseppe Berto, Antonia, hanno diffuso alcuni dati per “dare un’idea di come sia cresciuto l’evento nei tre anni di vita”.
Ma, allo stesso tempo, i promotori, hanno dimostrato preoccupazione per il futuro. «Millecinquecento i partecipanti nelle sette serate nel giardino di casa Berto – ha detto Marco Mottolese – che hanno privilegiato la formula del biglietto “giornaliero”. Purtroppo il giardino ha difficoltà a superare le 100 unità per cui si parla di circa 200 presenze giornaliere, nel mix tra musica, letteratura e giornalismo. Peccato che persino il Comune di Ricadi faccia fatica a stare dietro al boom di “casa Berto” con fornitura parziali di sedie “pubbliche” necessarie per accogliere tutti».
Quindici le personalità che hanno aderito all’evento e che, nel nome di Giuseppe Berto, scelgono Capo Vaticano quale luogo dove intervenire per pura passione per lo scrittore e per il luogo. Tre tra i principali giornalisti italiani, Paolo Mieli, Antonio Padellaro e Pietrangelo Buttafuoco «hanno partecipato ad intense discussioni con il pubblico che difficilmente può incontrare in questo angolo del Sud della Calabria nomi così interessanti».
Fabio Mollo, regista di punta nazionale e calabrese di origine, «ha fatto arrivare sino a casa Berto due tra i registi più apprezzati del momento, Piero Messina e Francesco Patierno e ogni proiezione è stata seguita con estremo interesse sino ad aprire subito dopo la fine del film un cineforum di grande interesse che ha rivelato un Fabio Mollo conduttore finissimo nonché “animale da discussione notturna”».
L’attrice Iaia Forte «si è concessa ad un pubblico attento ed emozionato leggendo Elsa Mortante mentre Danilo Chirico, scrittore e uomo impegnato politicamente, di Reggio Calabria, ha stimolato un team di discussione molto preparato per un momento che è andato ben oltre la presentazione del suo ultimo libro “Chiaroscuro”».
I musicisti «hanno scaldato il cuore della platea: dai Cumededè, capitanati da Checco Pallone a Massimo Garritano, le cui chitarre sembrano nate per vibrare a Capo Vaticano e Sasà Calabrese, che sposa il Pollino con l’Aspromonte in un’ideale ricongiunzione geografica tutta calabrese». E, ancora, «è molto bello vedere artisti di diverse tipologie trovarsi sul medesimo palco, anzi a volte cedersi il passo a vicenda e poi cenare insieme; è l’agora di stampo greco che avremmo sempre desiderato» ha dichiarato Jo Lattari, attrice, che organizza con amore per Giuseppe Berto, da tre anni, nella sua stessa terra di origine, un evento ormai unico.
Secondo gli organizzatori, però, un neo c’è: «i contributi , modestissimi, da privati e dal pubblico, fanno sì che ogni anno l’evento produca piccole perdite. Piccole, ma ingiuste, considerando inoltre il volontariato di tutti coloro che ci lavorano. Per questa ragione, Antonia Berto, si è riservata di far conoscere le date della quarta edizione più avanti, incerta anche lei se proseguire o meno in questa bella ma troppo complessa avventura». L’associazione casa Berto si dedicherà nei prossimi tempi a studiare le mosse future; «sarebbe un peccato interrompere l’evento, per il territorio, per la memoria di Giuseppe Berto e anche per la Calabria. Vedremo nei prossimi tempi cosa accadrà», ha detto Antonia Berto.
LEGGI ANCHE:
“Estate a casa Berto” apre le porte a Paolo Mieli
Iaia Forte e Cumededè tengono a battesimo “Estate a Casa Berto”
“Estate a casa Berto”, il “Premio del Capo” a Gratteri, Mieli e Mollo