Rinascita-Scott, Gratteri in Antimafia: «Prossima settimana l’avviso di conclusione indagini»
Il procuratore: "Necessario celebrare il processo in Calabria". Ipotizzata la realizzazione di una tensostruttura provvisoria nel carcere di Siano. Esclusa l’opzione dell’auditorium della casa circondariale di Vibo
Si avvia verso la conclusione la maxi-inchiesta “Rinascita-Scott”, che nel dicembre scorso ha messo in ginocchio la ‘ndrangheta vibonese con oltre 300 arresti e svelato gli addentellati massonici e istituzionali del clan Mancuso. «La prossima settimana verranno notificati gli avvisi di conclusione indagini a 475 persone» ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, in queste ore audito in Commissione parlamentare antimafia. Al centro dell’intervento del procuratore, l’urgente necessità di trovare un’aula consona alla celebrazione dell’udienza preliminare prima e del processo Rinascita Scott dopo. E il problema è urgente perché «entro fine luglio verrà celebrata la prima udienza di fronte al gip» ha annunciato Gratteri. Per questo, è necessario e urgente trovare un’aula bunker ed è «fondamentale, per il messaggio che deve rappresentare, che venga celebrato in regione». Del resto, ha fatto notare il procuratore, lo stesso è stato fatto in Emilia Romagna con il processo Aemilia, per il quale è stata acquistata una tenso-struttura da 450mila euro. (a.c.) [Continua]
Il nodo aula bunker
«È necessaria un’aula bunker – ha ribadito – per un processo che deve svolgersi a Catanzaro. Sarebbe la prima volta che un processo per mafia non si celebra nel luogo in cui è stato commesso il reato». Dopo un incontro avuto con il Guardasigilli Alfonso Bonafede due giorni fa, ha riferito il magistrato, «la Protezione civile si è detta disponibile a montare una tensostruttura a Catanzaro Siano per fare l’udienza preliminare. La prima udienza sarà a fine luglio – ha riferito Gratteri – ma è importante che un minuto dopo si inizi a pensare a un’aula bunker definitiva, che potrebbe essere realizzata dietro al Tribunale per i minorenni di Catanzaro, dove c’è una struttura del Dap mai usata. Ritengo che questa soluzione sia la meno costosa e la più utile».
Gratteri ha detto di non condividere, invece, l’ipotesi proposta dal nuovo capo del Dap riguardante «il teatro del carcere di Vibo Valentia. Secondo me non va bene – ha spiegato il capo dei pm di Catanzaro – perché la videoconferenza è possibile solo per i detenuti e non per gli imputati liberi».