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Joppolo: ditta a Coccorino senza mezzi e antenna Wind su sito del padre del vicesindaco

Il primo cittadino Carmelo Mazza offre in aula la sua ricostruzione ma non convince i consiglieri Preiti e Vecchio. Proteste dal pubblico fra nuovo materiale per la Procura e massima attenzione richiesta alla Prefettura di Vibo

Joppolo: ditta a Coccorino senza mezzi e antenna Wind su sito del padre del vicesindaco
Carmelo Mazza

Consiglio comunale a Joppolo ieri pomeriggio per discutere alcuni punti all’ordine del giorno ed in particolare la condanna per il ritrovamento di una busta con cartucce ed un rosario fatta recapitare sulla porta di un locale del Municipio al dipendente Sabatino Panzitta, quindi la “richiesta di costituzione di parte civile nei confronti dei responsabili dei lavori non autorizzati eseguiti sul lungomare di Coccorino” ed infine l’installazione di una rete di telefonia nella frazione Coccorino.

Il Comune contro gli autori dei danni. A spiegare la cronologia degli eventi in ordine allo scempio ambientale consumato sul lungomare di Coccorino è stato il sindaco Carmelo Mazza. Prima, però, il primo cittadino ha ribadito che, una volta individuati dall’autorità giudiziaria gli esecutori ed i mandanti dei lavori abusivi sarà chiesto loro un risarcimento. “La competenza per la costituzione di parte civile nel procedimento penale – ha ribadito Mazza – non spetta però al Consiglio, bensì alla giunta comunale. Spesso, inoltre, non è necessario costituirsi parte civile se si riesce comunque a trovare un accordo per ripristinare quanto è stato danneggiato”. [Continua]

Nel ribadire che la realizzazione del molo a mare con la rottura di parte del muretto del lungomare non rientrava fra i lavori autorizzati dal Comune, il sindaco Carmelo Mazza ha spiegato che il 10 maggio scorso “verso le ore 11.25” è stato chiamato dal maresciallo dei carabinieri della Stazione di Joppolo che lo informava che diversi cittadini avevano segnalato l’esecuzione di alcuni lavori sul lungomare di Coccorino. Era domenica – ha ricordato il primo cittadino – ed io ho chiamato i vigili urbani che però non c’erano e poi il geometra Sabatino Panzitta che si è recato sul posto trovando un piccone, una pala e dei buchi sul terreno, segno di recenti lavori. E’ stata così informata la caserma dei carabinieri di Joppolo e la Prefettura”.

Sabatino Panzitta

Primo dato dalle parole del sindaco: sul posto nell’immediatezza dei fatti non si sarebbero recati i carabinieri, bensì il tecnico Panzitta il quale non avrebbe trovato l’escavatore impegnato nei lavori sopra il muretto del lungomare e con alla guida il pluripregiudicato e condannato in via definitiva per associazione mafiosa (clan Mancuso), Paolo Ripepi,  bensì solo un piccone ed una pala. Le foto di cui siamo entrati in possesso testimoniano invece l’esecuzione di lavori con un escavatore proveniente da un fondo privato di proprietà dell’imprenditore Mercurio Vecchio (anche lui indagato dalla Procura di Vibo unitamente a Ripepi su indagini della Guardia costiera).

Il sopralluogo dell’11 maggio. Lunedì 11 maggio, quindi, il sindaco Carmelo Mazza ha dichiarato in aula di essersi recato a Coccorino accompagnato dai dipendenti comunali Fabio Zappia e Domenico Comerci e di aver parlato con i signori Giovanni Capua e Maria Capua e di aver visto nell’occasione “solo un escavatore sul torrente Mandricelle. Nessuno dei signori sul posto – ha dichiarato il sindaco – ci ha detto chi stava lavorando. Sul posto avevo chiesto del tecnico della ditta Remac a cui avevamo affidato i lavori, ma Sabatino Panzitta mi ha informato della presenza sul posto di un altro signore che io non conosco”. Si trattava di Paolo Ripepi? Il sindaco non lo sa, Panzitta è da vedere. Ore 16.55 dell’11 maggio: al Comune di Joppolo – secondo quanto dichiarato dal sindaco – arriva una missiva da parte della ditta Remac la quale disconosce la proprietà dell’escavatore impegnato nel torrente Mandricelle e dichiara che l’uomo presente sul posto (cioè Paolo Ripepi) non è un loro dipendente e deve essere allontanato.

Paolo Ripepi ai microfoni di LaC

Piccolo particolare: alle ore 14,30 dell’11 maggio era già andato in onda il nostro servizio sul Tg di LaCnews24 in ordine allo scempio a Coccorino con tanto di intervista all’uomo dell’escavatore – poi identificato nel condannato per mafia Paolo Ripepi – il quale aveva dichiarato in video di aver iniziato i lavori nel Mandricelle solo quella mattina (11 maggio quando sul posto si era recata la Guardia costiera) regolarmente autorizzato dal Comune di Joppolo e di non sapere nulla dei lavori eseguiti il giorno prima sul terreno privato di Mercurio Vecchio e in ordine alla rottura del muretto del lungomare.

L’affidamento diretto e l’erogazione ad aprile della soldi per lavori eseguiti a maggio.lavori sul fosso Mandricelle sono stati autorizzati dalla delibera n. 44 del 5 maggio scorso del Comune di Joppolo con la quale la giunta comunale ha demandato il responsabile dell’Ufficio tecnico a provvedere “con somma urgenza a ripristinare situazioni pericolose in atto o potenziali”. Lavori rientranti nella somma urgenza a seguito della dichiarazione dello stato di calamità naturale ed emergenza per i nubifragi del 21 e 24 dicembre scorsi, fra cui la “pulizia della foce del torrente Mandricelle ed il ripristino del manto stradale sul lungomare di Coccorino”.

Con determina numero 61 a firma del responsabile dell’Area tecnica del Comune di Joppolo, Dino Sterza (che è anche assessore e vicesindaco), datata 27 aprile 2020, per i lavori a Coccorino e Joppolo è stata poi erogata la somma di 7.626,18 euro alla ditta Remac dell’imprenditore Massimo Restuccia che ha ottenuto i lavori attraverso l’affidamento diretto. Con la stessa determina è stato anche approvato il relativo certificato di regolare esecuzione e poi tutti gli atti tecnici a firma del tecnico comunale Sabatino Panzitta il quale, in tale caso, ha assunto pure la figura di direttore dei lavori.

L’escavatore sul torrente Mandricelle a Coccorino

La Remac senza escavatore manda altra ditta. I lavori a Coccorino hanno però avuto inizio solo domenica 10 maggio con la rottura del muretto del lungomare e la realizzazione di un molo abusivo (non autorizzato dal Comune), e sul torrente Mandricelle in data 11 maggio. Ed è qui che si apprende altra novità di non poco conto dalle stesse parole del sindaco pronunciate ieri in Consiglio comunale. “L’8 maggio – ha dichiarato il primo cittadino – la ditta Remac ci ha comunicato di non avere momentaneamente i mezzi per effettuare i lavori a Coccorino e che al suo posto avrebbe mandato altra ditta, quella di Pietro Scalamandrè di Ricadi”.

Paolo Ripepi

Si tratta di una ditta regolarmente iscritta nella White list della Prefettura di Vibo, ma il cui escavatore (che la Remac ha disconosciuto come proprio) – stando anche alle indagini della Procura di Vibo e della Guardia costiera – era guidato dal pluripregiudicato e condannato per mafia ed usura, Paolo Ripepi, ritenuto uomo del potente clan Mancuso. Dunque, il Comune di Joppolo ha affidato direttamente ad aprile dei lavori di somma urgenza ad una ditta (la Remac) che, per sua stessa ammissione (8 maggio), non era dotata dei mezzi per l’esecuzione delle opere, la quale a sua volta avrebbe mandato altra ditta al suo posto con l’escavatore che è finito per essere guidato da un condannato per mafia.

zito francesco prefetto vibo
Il prefetto di Vibo Francesco Zito

La Prefettura e le dichiarazioni del consigliere Preiti. Se la Procura di Vibo con il procuratore Camillo Falvo ed il pm Eugenia Belmonte hanno già fornito in tempi record – unitamente alla Guardia costiera – le prime risposte sul fronte delle indagini penali con un doppio sequestro e l’iscrizione sul registro degli indagati di Paolo Ripepi e Mercurio Vecchio per reati contro l’ambiente ed al vaglio sono ora anche i vari passaggi da parte del Comune di Joppolo in ordine alle procedure di affidamento dei lavori e relative liquidazioni, si aspetta ancora una presa di posizione da parte della Prefettura di Vibo Valentia – guidata dal prefetto Francesco Zito – che è deputata al controllo sull’attività dei Comuni ed a vigilare sulle infiltrazioni della criminalità negli enti locali. In tale vicenda c’è infatti un dato ineliminabile: l’escavatore per l’esecuzione di lavori pubblici (autorizzati dal Comune di Joppolo) sul torrente Mandricelle era guidato da un mafioso conclamato, riconosciuto dalle sentenze come appartenente al clan Mancuso. Chi doveva controllare che ciò non accadesse?

Dino Sterza

Di certo le risposte del sindaco non hanno soddisfatto il consigliere di maggioranza, Giovanni Preiti, il quale nel corso del suo intervento ha ribadito la gravità dei fatti a Coccorino, ha parlato di “superficialità” nell’affidamento dei lavori ed ha chiesto chiarimenti sulla legittimità dei pagamenti effettuati dal Comune per gli stessi lavori, sottolineando che dalla determina numero 61 a firma del responsabile dell’Area tecnica del Comune di Joppolo Dino Sterza (che è anche assessore e vicesindaco) – datata 27 aprile 2020 – “non si evince nulla di quanto dichiarato dal sindaco Carmelo Mazza in Consiglio comunale in ordine anche ad una nota del febbraio scorso relativa ad altra mareggiata con conseguente aggravamento della situazione sul Mandricelle, oltre che nessun riferimento alla necessità di procedere attraverso la somma urgenza”.  Per il consigliere di minoranza, Giuseppe Dato, in tutta questa vicenda è invece “mancato il controllo del territorio, chiedendosi anche, alla luce degli interventi, “se in Consiglio esistano due gruppi di maggioranza”.

L’antenna di telefonia a Coccorino. L’altro punto all’ordine del giorno affrontato ieri ha riguardato invece l’installazione di un’antenna di telefonia Wind – con tecnologia 5 G – nella frazione di Coccorino. Un’installazione per la quale l’Arpacal – ha ricordato il sindaco Mazza – ha espresso parere favorevole. L’antenna è necessaria – ha affermato il sindaco – per il progresso del paese e dell’Italia. Alla salute dei cittadini ci pensano l’Arpacal e la Regione Calabria”. Considerazioni, quelle del primo cittadino, non andate per nulla giù al consigliere di maggioranza, Vittorio Vecchio, il quale ha ribadito la pericolosità dell’antenna, il principio di precauzione che deve essere sempre osservato dal Comune in casi del genere ed il divieto assoluto all’installazione di qualsiasi impianto di telefonia poiché in contrasto con il Regolamento comunale approvato negli scorsi anni su tale materia ed anche per il contrasto con il Piano regolatore generale. Il consigliere Vecchio ha chiesto quindi al Consiglio di esprimersi contro l’installazione dell’antenna, poiché illegittima, e di dare corso alla costituzione di un Osservatorio sul tema per come previsto dal Regolamento.

Il sindaco contro il consigliere Vecchio. Il primo cittadino, Carmelo Mazza, ha a questo punto invitato il consigliere Vittorio Vecchio a ritirare la proposta poiché la pratica sull’antenna è in istruttoria e inoltre il diniego non è di competenza del Consiglio ma della giunta comunale”. Invito non accolto dal consigliere Vecchio che ha chiesto ed ottenuto che il Consiglio si esprimesse comunque politicamente per il diniego all’installazione. Facevo parte dei 34 firmatari contrari all’installazione di altra antenna a Joppolo – ha affermato il consigliere Ambrogio Scaramozzino (che è anche assessore) – ma ho ora dubbi sul diniego immeditato in questa sede. Diamo invece oggi una risposta politica alla vicenda e votiamo la proposta del consigliere Vecchio”.

L’astensione del vicesindaco Sterza e il terreno del padre proposto per l’antenna. La proposta di Vittorio Vecchio è stata così votata dal Consiglio comunale con la sola astensione del vicesindaco, Dino Sterza, che non è entrato nel dettaglio dei motivi della sua presa di posizione (l’astensione non va motivata). Dalla presa visione degli atti (che pubblichiamo) si evince però che con missiva inviata alla Wind, Giuliano Sterza (padre del vicesindaco Dino Sterza) nella qualità di proprietario del terreno riportato al N.C.T. di Joppolo al figlio n.5 part. 196 ha autorizzato la stessa Wind “alla realizzazione dei lavori necessari alla costruzione ed installazione della stazione radiobase (apparati, antenne e relativi collegamenti necessari), autorizzando la stessa società Wind a presentare le necessarie istanze presso tutti i competenti uffici”.

Tutto a posto? Fra le proteste di diversi cittadini presenti in aula – contrari all’installazione dell’antenna alta quasi 30 metri (in pratica come un palazzo di dieci piani) e preoccupati per la propria salute – il Consiglio comunale è stato quindi sciolto. La “palla” anche per tale pratica potrebbe però passare alla Prefettura di Vibo ed alla Procura della Repubblica per i controlli di propria competenza.

Al centro Salvatore Vecchio con Carmelo Mazza

Salvatore Vecchio scarica il sindaco. Sul fronte strettamente politico, invece, prima dei lavori del Consiglio si è registrata la presa di posizione di Salvatore Vecchio, ex sindaco e consigliere provinciale e regionale, da sempre considerato il “dominus” della politica joppolese e già fra i principali sostenitori e promotori della lista che ha portato a sindaco Carmelo Mazza nel 2016.

Salvatore Vecchio in campagna elettorale nel 2016

“Questa amministrazione non ha ragione di essere – ha dichiarato Salvatore Vecchio – tranne che per ragione non si intenda arrecare ancora danni alla comunità. Per quanto attiene la convocazione del Consiglio, leggo l’iniziativa dei tre consiglieri Preiti, Vittorio Vecchio e Scaramozzino, come un atto di estrema indignazione, di difesa dei beni pubblici e della dignità dello stesso ente. Ritengo che, deliberata la volontà del Comune di costituirsi parte civile e ottenuti i chiarimenti richiesti, i tre consiglieri farebbero bene a rassegnare le dimissioni”. Dimissioni, però, al momento non arrivate. Chi vivrà, vedrà…

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