Festa della Repubblica, la riflessione dell’assessore Vallone di Parghelia
Il pensiero rivolto soprattutto alle tante vittime del coronavirus, ai medici ed alle forze dell’ordine
Dall’assessore alla Cultura del Comune di Parghelia, Gabriele Vallone, riceviamo e pubblichiamo:
“La nostra Repubblica italiana compie 74 anni! Una festa della Repubblica quest’anno davvero strana, non è facile vivere una ricorrenza così significativa al tempo del covid-19. Il 2 giugno 1946 venticinque milioni di italiani e italiane vanno alle urne per scegliere la forma istituzionale da dare al Paese, dopo la tragedia della guerra. La maggioranza, il 54,3 per cento, voterà la Repubblica, il 45,7 per cento per la Monarchia. Uno scontro tra due idee d’Italia, con l’elettorato incerto tra la paura del salto nel buio e il desiderio di segnare una precisa svolta rispetto a una Monarchia compromessa con il fascismo. Si tratta davvero di una partita complessa che in realtà è cominciata negli anni della Resistenza, e a cui partecipano, oltre ai reali, i Savoia, e ai vari schieramenti politici, anche il Vaticano, gli americani, gli inglesi e i sovietici. A mediare tra i molti interessi in gioco ci furono due grandi leader, Palmiro Togliatti e soprattutto Alcide De Gasperi. La nascita dell’attuale Repubblica, la vittoria della nostra democrazia fu determinata da un lungo ed articolato percorso politico e sociale.
Ancora oggi settantaquattro anni dopo, la festa della Repubblica, il due giugno, anche in questi difficili momenti che stiamo vivendo a causa di questa pandemia, causata dal coronavirus, ha molto da dirci e insegnarci, la repubblica rappresenta la nostra storia, una storia che ci appartiene ancora, come mito fondativo della nostra nazione. Quest’anno il tradizionale protocollo non sarà fatto, per quanto riguarda le cerimonie per la festa della Repubblica, in quanto come ben sappiamo l’epidemia di covid-19 ha fortemente condizionato i protocolli tradizionali, cambiando almeno per quest’anno, il volto della festa, infatti non ci saranno le tradizionali sfilate davanti alla folla, e le cerimonie sono state ridotte al minimo. Ma quest’anno la festa della Repubblica sarà non solo la commemorazione dei tanti eroi della patria, ma sarà un vivo e profondo momento di raccoglimento e commemorazione in ricordo di tutte le vittime del coronavirus.
Il milite ignoto quest’anno rappresenta non solo il simbolo di tutti caduti in guerra e che non sono mai stati riconosciuti, ma anche particolarmente il simbolo dei tanti eroi di questa epidemia, degli eroi in corsia, del personale medico e paramedico, di tutti gli infermieri e medici che hanno dato la vita per il bene comune e per contrastare il covid-19, ma anche degli eroi in divisa tutte le forze armate e le alte cariche dello Stato, questi uomini, queste donne costituiscono il massimo esempio del servizio, essi sono i veri servitori dello Stato, in questa festa della repubblica ricorderemo in modo speciale proprio queste persone, che nella loro semplicità e nel loro nascondimento, ha svolto un ruolo cruciale per la nostra bella Italia.
Pertanto non dimentichiamoci che la battaglia per la Repubblica ci ha poi donato a noi posteri soprattutto la libertà, la democrazia, la nostra società odierna di diritti e doveri, società fatta di coesione ed unità fondata con la nostra Repubblica, una società che certamente una paradossale epidemia non potrà mai cancellare! E’ questo l’augurio che voglio rivolgere a tutti, un incoraggiante augurio di forza e coesione, oltre che un invito alla speranza che prima o poi riusciremo molto presto ad uscire da questa triste e delicata situazione politica, economica e sociale. Viva la Repubblica! Viva l’Italia e gli italiani!”