I rifiuti pericolosi a Porto Salvo e l’ex assessore regionale proprietario del sito
VIDEO - La Procura di Vibo indaga per inquinamento ambientale, mentre dell’ex politico in pochi sapevano dei suoi interessi nella zona
Da un lato l’indagine della Procura di Vibo Valentia che prosegue, dall’altro la bonifica dell’area dell’ex “Resine Sud” che ora bisogna fare. A 13 giorni dal sequestro del sito tossico di 10 ettari, nella zona industriale di Portosalvo, queste due corsie indirizzano quanti hanno competenza, ma soprattutto interrogano i cittadini allarmati dopo la scoperta di un’alta radioattività in una zona del complesso industriale dismesso.
C’è un anno recente che gli inquirenti considerano importante per capire chi, in un sito abbandonato – aperto anche al pascolo di pecore – ha creato una discarica di materiale altamente pericoloso, ecoballe di rifiuti solidi urbani ed eternit prima di tutto. È il 2018, anno in cui ci fu un incendio che, dunque, costrinse enti, Arpacal, forze dell’ordine a conoscere lo stato dei sette capannoni della fabbrica che un tempo era il fiore all’occhiello dell’industrializzazione vibonese, per la produzione di fibre sintetiche.
Saranno le indagini coordinate dalla procura guidata da Camillo Falvo a stabilire se ci un prima e un dopo, rispetto a quel rogo del 2018, ovvero se il materiale fosse lì da molti più anni – e nessuno è intervenuto – oppure se l’ammassamento di rifiuti sia un’operazione illecita più recente. [Continua]
Del resto, però, la Procura – che per ora indaga per il più lieve reato di inquinamento ambientale e non per traffico di rifiuti – ha fatto accendere i riflettori su verità che i più non sapevano. Come ammette l’ex sindaco Franco Sammarco. «Dalla lettura dei giornali – spiega – ho appreso che proprietario del sito è l’ex assessore regionale Franco Mirigliani, e la cosa ha suscitato in me parecchia sorpresa perché mai avrei pensato che professionisti di Catanzaro avessero preso il posto di imprenditori venuti dal Nord».
Sammarco era sindaco nel 2009, anno in cui l’ex Resine Sud venne liquidata e il sito rimase nelle mani dell’ex assessore regionale, tramite la società Fin In di cui l’avvocato oggi 78enne è amministratore unico. Dalla lettura di una visura camerale si apprende che il capitale sociale di questa società è di appena 10.000 euro e che l’ultimo bilancio di cui la Camera di commercio di Catanzaro è a conoscenza risale al 2001.
Il proprietario del sito vibonese, tramite un’altra società chiamata Cissel, controlla un’altra vasta area storicamenta abbandonata – tra la stazione e l’aeroporto di Lamezia Terme – l’ex zuccherificio più volte al centro di progetti di riqualificazione mai partiti. Insomma, Mirigliani è al centro di operazioni immobiliari che fin qui non sono sfociate in opere di progresso ma, nel caso di Vibo Valentia, addirittura hanno creato un danno ambientale enorme, quanto meno per la mancata vigilanza del proprietario. C’è un mistero intorno ai rapporti tra la Fin In e il Corap, l’ente della Regione che gestisce la zona industriale.
In un lungo elenco di aziende insediate nell’agglomerato industriale vibonese, ed aggiornato al 2010, non figurano i nomi né della ex Resine Sud né di altre società riconducibili a Mirigliani. Impresa fantasma, almeno per le carte di cui siamo venuti in possesso, ma certamente non per la Procura che infatti nel decreto di sequestro ha specificato la “proprietà unica” del sito nelle mani di Mirigliani, l’immobiliarista che ha “sorpreso” Vibo.