Spaccio di stupefacenti: inammissibile il ricorso di Leone Soriano
La Cassazione respinge le argomentazioni avanzate dal 51enne di Filandari avverso la sentenza della Corte d’Appello di Salerno
Dichiarato “inammissibile” il ricorso in Cassazione proposto dal presunto boss dell’omonimo clan di Pizzinni di Filandari, Leone Soriano, di 51 anni, avverso la decisione con la quale il 17 novembre scorso la Corte d’Appello di Salerno ha respinto la richiesta di revisione di una sentenza di condanna per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti riconosciuto dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 6 luglio 2010, divenuta irrevocabile il 24 novembre 2011.
Per i giudici della Suprema Corte, il ricorso di Leone Soriano è “manifestamente infondato” in quanto il soggetto richiedente (condannato) non è assimilabile all’imputato, con la conseguente inapplicabilità degli articoli del codice di procedura penale nella parte in cui consentono solo all’imputato di proporre personalmente ricorso per Cassazione.
In ogni casi, la Cassazione sottolinea che il ricorso è “manifestamente infondato anche sotto il profilo della manifesta infondatezza del motivo proposto”, giacchè il giudice della revisione, con motivazione “adeguata e logica ha escluso la sussistenza di alcun elemento di novità idoneo ai fini di una rivalutazione dei presupposti legittimanti la lettura delle dichiarazioni rese dalla teste – acquirente della sostanza stupefacente- nel corso del processo”.
Leone Soriano è stato altresì condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di duemila euro in favore della Cassa delle ammende.