Fondazione Natuzza, il presidente Anastasi: «Decisione del Vaticano non sia punitiva per nessuno»
In attesa della decisione della Congregazione per il Clero sulle riforme allo Statuto chieste dal vescovo si spera in un accordo per uscire da una «situazione assurda»
Il nuovo rinvio dei termini entro cui la Congregazione per il Clero si dovrà pronunciare sul ricorso presentato dalla Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati, avverso la revoca del decreto di religione e di culto sottoscritta dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo, è stato accolto con palpabile delusione dai tanti figli spirituali di Natuzza Evolo sparsi nei vari continenti. La diatriba si prolunga, ormai, da oltre tre anni, da quando il presule della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Lugi Renzo, ha chiesto la riforma dello statuto dell’ente. Le nuove direttive, tese alla cura e gestione esclusiva della chiesa della Villa della Gioia da parte della diocesi, allo spostamento in premessa del testamento spirituale della mistica e all’ampliamento da 9 a 11 dei componenti del consiglio d’amministrazione, non sono state mai avallate dai vertici della Fondazione. Per saperne di più – in questa fase di stasi e di piena emergenza Covid-19 – Il Vibonese ha interpellato il presidente Pasquale Anastasi, da tempo impegnato a cercare di trovare una soluzione accettabile al problema. [Continua dopo la pubblicità]
E la guida della Fondazione voluta da Mamma Natuzza per la realizzazione della Villa della Gioia, pur con il riserbo giustificato dalla delicatezza del momento, ha risposto con la solita diponibilità e cortesia. “Abbiamo appreso dell’ulteriore proroga al 2 agosto dei termini della sentenza – spiega – e adesso non ci resta che attendere fiduciosi. In questo periodo emergenziale non ci sono stati ulteriori incontri. Per quanto mi riguarda confido nel buon senso di tutti, sia da parte nostra che da parte del vescovo. Detto ciò, attendiamo in spirito di ubbidienza, se poi dalla Santa Sede ci diranno di fare qualche passo lo faremo. Ritengo sia doveroso aspettare le decisioni da Roma. Ci siamo affidati a loro, come era giusto che fosse. Speriamo bene. Adesso confidiamo in una decisione che non sia punitiva per nessuno, anche perché di mezzo ci va la Fondazione”. Per il presidente Anastasi, giunti a questo punto della vicenda non è più “una questione di chi ha torto o ragione”, ma di semplice “amore per Mamma Natuzza e per tutto quello che lei ha fatto”. Per il resto, si dice fiducioso “che il Vaticano deciderà presto e in modo coscienzioso, come ha fatto sempre”.
Quindi una puntualizzazione: “Sul piano personale tra me e monsignor Renzo c’è sempre stato grande rispetto e sensibilità. Dopo tutto quello che è successo – ribadisce – ci siamo fermati a marzo. Aspettiamo in silenzio garbato e guardando sempre in positivo, cercando di remare sempre in direzione di un accordo, perché pensiamo sia l’unica cosa da fare in segno di rispetto nella Madonna e per il bene del territorio. Io da grande devoto di Natuzza e da rappresentante di un gran numero di persone sono il primo a volere che questo progetto venga concluso. Ci metterò tutta la mia forza affinché questo accada e lo stesso credo stia facendo monsignor Renzo, il quale da grande uomo di cultura e di spiritualità desidera sicuramente vedere realizzate queste grandi opere, prima della conclusione del suo mandato. Purtroppo – conclude – ci stiamo trovando in una situazione assurda. Tuttavia, sono sicuro che tutto si risolverà in maniera positiva, con lo stesso intervento di Mamma Natuzza e della Madonna”.
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