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Lo spaccio di droga a Tropea nell’ordinanza del gip di Vibo

Fra i clienti, oltre a minorenni, anche un imprenditore ed un avvocato. La genesi dell’inchiesta della Squadra Mobile e le contestazioni per Saverio Bardo, Andrea Candido e Salvatore Forelli

Lo spaccio di droga a Tropea nell’ordinanza del gip di Vibo

Dovrà essere un nuovo perito a valutare la capacità di intendere e volere di Saverio Bardo, 32 anni, di Tropea, raggiunto l’8 aprile scorso da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un’inchiesta della Squadra Mobile di Vibo Valentia coordinata dalla locale Procura. E’ quanto stabilito dal gip del Tribunale di Vibo, Francesca Del Vecchio, all’esito dell’interrogatorio di garanzia di Bardo che si è svolto in video-collegamento da un sito remoto e lo stesso si è avvalso della facoltà di non rispondere. Assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, all’esito di una prima perizia sull’incapacità di intendere e volere, il giudice ha chiesto ulteriori approfondimenti per arrivare ad avere un quadro chiaro e definito sulla capacità processuale di Saverio Bardo.

Dall’ordinanza di custodia cautelare – che ha invece portato agli arresti domiciliari Salvatore Forelli e Andrea Candido, rispettivamente di 60 e 38 anni, anche loro di Tropea – si apprendono intanto nuovi particolari sullo spaccio di sostanze stupefacenti che sarebbe stata messa in piedi dagli indagati nella “Perla del Tirreno”, con acquirenti in alcuni casi insospettabili. L’attività di spaccio di marijuana, scoperchiata dalle indagini della polizia, abbraccia un arco temporale che va dal gennaio dello scorso anno a gennaio 2020. [Continua dopo la pubblicità]

In particolare, a Saverio Bardo vengono contestate cessioni di marijuana nei confronti di tre adulti e quattro minori. Fra i clienti, anche un imprenditore del luogo che da giugno a novembre 2019 avrebbe ricevuto circa 20 cessioni di marijuana. Lo stesso, ascoltato dalla polizia, ha raccontato di fare “saltuariamente uso di sostanza stupefacente, del tipo marijuana, poiché ne trae benefici per le emicranie croniche da cui è affetto”. Fra i clienti che hanno ammesso alla polizia di essersi riforniti “saltuariamente di marijuana, circa due volte a settimana, da Saverio Bardo a partire dal settembre 2019”, anche un avvocato del foro di Vibo Valentia. Le cessioni di marijuana nei confronti di ragazzi minorenni, in alcuni casi, avevano invece una cadenza giornaliera nel periodo estivo e avvenivano un paio di volte a settimana nel periodo invernale, con la marijuana venduta a 10 euro per ogni singola cessione.

Andrea Candido, nel solo mese di gennaio dello scorso anno, stando alle indagini della Squadra Mobile di Vibo Valentia, avrebbe invece ceduto marijuana ad un acquirente tre-quattro volte a settimana, in alcuni casi pure due volte al giorno, per un totale di circa 180 cessioni. Salvatore Forelli è poi accusato di aver ceduto marijuana a tre acquirenti (fra cui un minorenne) ad un prezzo variabile fra le cinque e le dieci euro nei mesi dicembre 2019 e gennaio scorso.

L’origine dell’indagine. Tutto nasce dal primo arresto di Saverio Bardo avvenuto il 19 dicembre 2019. A seguito della perquisizione domiciliare della polizia, sono stati sequestrati due cellulari, ciascuno con una sim all’interno. L’analisi dei tabulati telefonici ha portato la Squadra Mobile a ricostruire la rete dei contatti di Saverio Bardo ed è stato così accertato che alcune delle persone contattate ero già state segnalate per l’uso di sostanze stupefacenti. Alcuni clienti sono stati quindi sentiti dalla polizia confermando i sospetti, in quanto hanno fornito elementi anche a carico di altri soggetti “dediti allo spaccio di droga – sottolinea il gip – nel territorio di Tropea”.

Una panoramica di Tropea

Lo spaccio a Tropea. Dall’attività di indagine, confermata dalle stesse persone prese a verbale dalla polizia, emerge così che in alcuni periodi dell’anno Saverio Bardo avrebbe spacciato da mattina a sera in casa o davanti alla sua abitazione, con i clienti che lo contattavano al telefono oppure andavano direttamente a trovarlo nel suo domicilio. E fra clienti non sarebbero mancate anche alcune ragazze del luogo.

Per lo scambio marijuana-denaro, Andrea Candido si sarebbe invece servito – ad avviso degli inquirenti – di una Fiat Panda a bordo della quale avrebbe fatto salire un ragazzo minorenne pronto ad acquistare in più occasioni della marijuana.

I riscontri. Fondamentale, ai fini dell’indagine, anche una perquisizione della polizia a casa di Andrea Candido nel corso della quale la Squadra Mobile ha trovato dei residui di sostanza erbacea riconducibile a marijuana nella stanza da letto e 104 grammi di canapa indiana nel box della doccia dietro un pannello di rivestimento.

Salvatore Forelli, detto “La Ronda”, avrebbe ricevuto i clienti nella sua abitazione privata nei pressi di un distributore di benzina dopo che costoro bussavano ad un portoncino. Uno dei ragazzi, che era solito acquistare marijuana, ha inoltre raccontato alla polizia di aver diviso in alcuni casi l’acquisto con altri giovani del luogo al fine di risparmiare complessivamente sulla spesa o per evitare di doversi recare più volte nell’abitazione di Saverio Bardo.

A casa di Salvatore Forelli, invece, la sezione antidroga della Squadra Mobile di Vibo Valentia – anche con l’ausilio di un’unità cinofila – oltre ad una modica quantità di marijuana, ha trovato un voluminoso involucro in plastica resistente che conteneva “evidenti residui di canapa indiana”. In un cassetto, inoltre, la polizia ha trovato “tutto il materiale comunemente usato per il confezionamento in dosi di marijuana”. Da tali elementi, ad avviso del gip, emerge l’esistenza di “gravi indizi di colpevolezza” a carico agli arrestati. Lo stesso Forelli è stato poi di recente fermato in macchina e trovato in compagnia di Francesco La Rosa, quest’ultimo elemento di spicco dell’omonimo clan.

Il gip sottolinea quindi che Saverio Bardo “appare come una figura nota nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti nel centro di Tropea”. Saverio Bardo è stato infatti già condannato con sentenza definitiva a 4 anni e 4 mesi al termine dell’operazione antimafia denominata “Peter Pan” (sempre della Squadra Mobile di Vibo e della Dda di Catanzaro) insieme al clan La Rosa. Lo stesso clan La Rosa richiamato ora anche dal gip del Tribunale di Vibo per sottolineare che le cessioni di sostanze stupefacenti operate da Bardo sono state poste in essere “in un territorio come quello di Tropea notoriamente caratterizzato da una massiccia presenza della ‘ndrangheta, la cui ‘ndrina La Rosa è stata in grado di raggiungere altissimi livelli di pervasività nella vita del Comune”.

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