Aumento delle indennità della Giunta, polemiche e querele a Francavilla Angitola
Al centro dell’aspro confronto tra il sindaco Pizzonia e l’opposizione, la rivalutazione degli stipendi degli amministratori contenuta nell’ultima Finanziaria. E il consigliere Curcio denuncia il primo cittadino
Una presa d’atto di un provvedimento del Governo. È bastato questo passaggio amministrativo per dare la stura ad un’aspra polemica politica che da giorni imperversa a Francavilla Angitola e che ha già prestato il fianco a sviluppi giudiziari. Motivo del contendere – ed ecco spiegato tanto clamore – l’aumento delle indennità di carica per sindaco e Giunta. Non un’azione unilaterale, va subito precisato, ma il frutto del recepimento dei provvedimenti contenuti nell’ultima Finanziaria che ha rivaluto le indennità degli amministratori dei piccoli Comuni.
Quella delibera, risalente al 27 febbraio scorso, è tornata d’attualità allorquando due consiglieri d’opposizione (l’ex sindaco Antonella Bartucca e il consigliere Angelo Curcio) l’hanno rilanciata attraverso i social. Il gesto ha mandato su tutte le furie l’attuale sindaco Giuseppe Pizzonia, che, ha ripagato con la stessa moneta gli oppositori, pubblicando un lungo post sul profilo Facebook del Comune da lui amministrato. A quella replica, però, è seguita una querela: quella che il consigliere Curcio ha presentato nei confronti del primo cittadino. [Continua]
Questi i fatti. Pizzonia, in un intervento firmato, dicendosi «rammaricato, perché in questo momento storico dovremmo essere tutti uniti, maggioranza e opposizione», ha spiegato: «i due “lungimiranti” consiglieri hanno fatto intendere che il sottoscritto assieme agli assessori si è aumentato, in un momento di difficoltà mondiale, l’indennità di sindaco! Lo scopo di tali subdole affermazioni? Forse strappare qualche “mi piace” su Facebook e qualche consenso elettorale o denigrare, ancora peggio, il sottoscritto».
Quindi ha precisato «si tratta di una presa d’atto di aumento di indennità. Cosa vuol dire? Lo Stato con la legge finanziaria redatta nel 2019 per il 2020 ha apportato degli aumenti alle indennità dei sindaci dei piccoli comuni ritenendo che, pur avendo compiti, funzioni e responsabilità analoghe a quelli dei sindaci di comuni più grandi, vi era una ingiusta e ampia differenza di indennità. Dunque, l’aumento dell’indennità non è stata una prerogativa dell’amministrazione comunale francavillese, ma il Governo ha proceduto ad una rivalutazione di questa indennità (cfr. DL 124/2019) per tutti i piccoli Comuni d’Italia».
E, ancora «i due consiglieri, consci di ciò e in maniera subdola, non dicono che la delibera porta la data del 27 febbraio 2020, quando ancora non eravamo in uno stato di allerta epidemica ma fanno intendere ai lettori che il sindaco in modo indecente dinanzi ad una pandemia di carattere mondiale cura solamente il proprio orticello».
Pizzonia poi mette singolarmente nel mirino i due oppositori. «Alla consigliera Bartucca, ricordo che quando mi chiedeva di rinunciare alla mia indennità di sindaco, nonostante lei l’avesse regolarmente riscossa nel quinquennio precedente, le ho proposto la restituzione della sua indennità già percepita e la contestuale rinuncia alla mia. Purtroppo, sto invano aspettando da quasi tre anni». Non più tenero il giudizio su Curcio: «non posso fare altro, per dovere e correttezza istituzionale, che trasmettere gli atti che transitano negli uffici comunali a suo nome alle altre competenti Istituzioni, affinché un organo superiore e terzo possa stabilire se ancora ha i requisiti per ricoprire la nobile carica di consigliere comunale. Per morale ed etica politica, senza aggiungere altro, lo inviterei a rassegnare le giuste dimissioni».
Pesanti allusioni, queste ultime, che hanno fatto adirare il consigliere Curcio inducendolo a presentare, nella giornata di ieri ai carabinieri di Filadelfia, formale denuncia-querela per diffamazione nei confronti del sindaco Pizzonia. Per Curcio, il comportamento del sindaco «è grave» considerando che lo stesso «si è servito della sua posizione di pubblico ufficiale e di un profilo pubblico ed ufficiale utilizzato per le comunicazioni di servizio del Comune a tutta la cittadinanza. Inoltre ha agito – argomenta ancora il consigliere – con il preciso intento di bloccare e sminuire la mia funzione di consigliere d’opposizione il cui compito e dovere è anche quello di rendere noti ai cittadini gli atti relativi alla cosa pubblica. E questo mi sono limitato a fare – precisa infine –, condividendo la delibera su Facebook senza aggiungere alcun commento».