‘Ndrangheta: processo “Ulisse”, condannati due vibonesi
Da Mileto e Francica sino a Seregno, Giussano e Mariano Comense. L’operazione era stata coordinata dalla Dda di Milano
Confermata dalla seconda sezione penale della Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Milano del 9 febbraio 2017 relativa ad un troncone dell’operazione antimafia denominata “Ulisse”. Il verdetto – ed il deposito delle motivazioni – interessa anche due vibonesi: Claudio Formica, 56 anni, di San Giovanni di Mileto, residente a Mariano Comense, condannato a 12 anni e 6 mesi di reclusione, e Armando Cristello, 66 anni, di Francica, ma residente a Giussano, condannato a 11 anni di carcere. Condannati poi a: 10 anni e 6 mesi Nicola Fraietta, di 61 anni, di Guardavalle, domiciliato a Tromello, provincia di Pavia; 5 anni di reclusione a testa per Giovanni e Giuseppe Brenna, rispettivamente di 53 e 47 anni, entrambi di Mariano Comense. [Continua dopo la pubblicità]
Al centro del processo che ha portato alle condanne c’è l’estorsione ai danni di Roberto Gioffrè, fratello di Francesco, all’epoca degli arresti (anno 2012) consigliere comunale a Seregno fra le fila del Pdl.
Rocco Cristello (pure lui originario di San Giovanni di Mileto e cugino dell’omonimo boss Rocco Cristello ucciso a Verano Brianza nel 2008 con 19 colpi di pistola, la cui posizione è stata stralciata) e Claudio Formica, indicati rispettivamente quale “capo locale” e “capo società” del “locale di ‘ndrangheta di Seregno”, avrebbero costretto secondo l’accusa, con violenza e minaccia, Roberto Giofrè – socio del circolo sportivo “Casinò Royale Texas Hold’Em” – a restituire cambiali per l’importo complessivo di 70 mila euro che Giovanni e Giuseppe Brenna (per una somma di 60mila euro) avevano versato a titolo di acquisto del circolo. Roberto Giofrè sarebbe stato così costretto a rinunciare al proprio credito.
Per il “disturbo” arrecato, Rocco Cristello e Claudio Formica si sarebbero fatti consegnare dalla vittima tutto l’arredamento della propria abitazione per un valore di circa 30 mila euro. Nel corso di un incontro “chiarificatore” dell’intera vicenda, Giofrè sarebbe stato inoltre minacciato con un coltello puntato al volto e poi preso a schiaffi con l’intimazione di consegnare altri 50 mila euro.
Armando Cristello di Francica, non legato da rapporti parentali ai Cristello di Mileto, era stato invece indicato dal pentito Antonino Belnome (già a capo del “locale” di Giussano) come componente del “locale” di ‘ndrangheta di Seregno ed accusato di aver gestito – per conto degli omonimi Cristello – un night club. Nicola Fraietta avrebbe invece fatto parte del “locale” di Giussano. Oltre alle dichiarazioni di Antonino Belnome, a sostegno dell’impianto accusatorio anche quelle del collaboratore Michael Panaja. Tutti i ricorsi degli imputati sono stati ritenuti dai giudici della Cassazione infondati ed inammissibili e per questo, oltre alle spese processuali, sono stati condannati anche al pagamento di duemila euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende.
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