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Truffe: inchiesta “Bis in Idem” a Vibo, il gup proscioglie cinque indagati

Il giudice archivia le posizioni dell’ex presidente della Provincia, Gaetano Bruni, della dirigente Edith Macrì e di altri tre indagati

Truffe: inchiesta “Bis in Idem” a Vibo, il gup proscioglie cinque indagati

Erano rimasti coinvolti nell’inchiesta denominata “Bis in Idem” scattata il 20 maggio 2014 con 9 arresti (poi non confermati dal Tribunale del Riesame), e sequestri per 30 milioni di euro, per far luce su una presunta truffa ai danni della Regione. L’inchiesta della Guardia di finanza e del pm Michele Sirgiovanni ipotizzava il loro coinvolgimento nella vicenda che vedeva alcune aziende, beneficiarie della cassa integrazione guadagni in deroga, che avrebbero poi impiegato i medesimi lavoratori durante i periodi di fruizione dei benefici della Cig. Tali aziende avrebbero inoltre prestato i loro servizi per società come la Eurocoop, impegnata nello smaltimento dei rifiuti a Vibo ed altri comuni del Vibonese. In pratica, gli indagati – secondo l’accusa – sarebbero riusciti a far avere doppi contributi per gli stessi lavoratori in cassa integrazione che così alle aziende non sarebbero costati nulla, atteso l’ottenimento di incentivi pubblici per il mantenimento dei livelli occupazionali. Tali benefici ed incentivi economici da parte del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria sarebbero stati erogati, secondo la Procura, del tutto illegittimamente.

I prosciolti. Il gup, Lorenzo Barracco, accogliendo la stessa richiesta dell’Ufficio di Procura ha archiviato “per infondatezza della notizia di reato” le posizioni di Gaetano Ottavio Bruni, 73 anni, ex presidente della Provincia di Vibo (accusato di turbata libertà degli incanti e per il quale è in ogni caso, secondo il gup, decorso il termine massimo di prescrizione del reato); Antonio Vadalà, 64 anni, funzionario regionale; Fernando Torchia, 41 anni e Raffaele Esposito, 35 anni, addetti dell’Autorità di audit della Regione; Edith Macrì, 46 anni, di Tropea, dirigente della Provincia di Vibo.

Per Edith Macrì, difesa dall’avvocato Enzo Gennaro, il gup nel provvedimento di archiviazione parla di “completa estraneità da ogni addebito”. L’ordinanza con le misure cautelari nei loro confronti era stata firmata dall’allora gip del Tribunale di Vibo, Fabio Regolo, ora pm alla Procura di Catania.

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