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Concorso per 1400 vice ispettori di Polizia, il Siulp “candida” la Scuola di Vibo

Il segretario provinciale del sindacato Franco Caso auspica che l’istituto vibonese, unico del Meridione, venga annoverato tra quelli che ospiteranno la formazione soprattutto «per non sfavorire i poliziotti del Sud Italia»

Concorso per 1400 vice ispettori di Polizia, il Siulp “candida” la Scuola di Vibo

La Scuola allievi agenti della Polizia di Stato di Vibo Valentia “ultimo baluardo” formativo del Sud Italia per chi aspira ad intraprendere una carriera da agente di pubblica sicurezza ma anche per chi, dall’interno dell’istituzione, aspira ad un avanzamento di carriera candidandosi a divenire vice ispettore tramite l’apposito concorso interno indetto per 1400 posizioni.

È così che il segretario provinciale del Sindacato italiano unitario lavoratori di Polizia (Siulp) Franco Caso, sostiene la candidatura della Scuola vibonese quale sede della formazione di un’aliquota degli aspiranti vice ispettori. Decisiva da questo punto di vista sarà la riunione che, domani lunedì 22 maggio, vedrà sedersi allo stesso tavolo le organizzazioni sindacali e il Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli.

Caso dunque sponsorizza la sede vibonese scrivendo al segretario nazionale Siulp, Franco Romano, e al segretario regionale Giuseppe Lupia, mettendo in chiaro le buone ragioni per le quali la scelta sarebbe più che opportuna.

Intanto, «darebbe giusto merito e riconoscimento agli innumerevoli positivi risultati conseguiti, negli ultimi anni, dall’Istituto d’istruzione di Vibo Valentia, divenuto vero e proprio simbolo di efficienza dell’Amministrazione della pubblica sicurezza che, a fronte dell’esigua consistenza numerica di personale permanente, costituito da circa 45 poliziotti, forma, con eccellenti risultati tangibili ed unanimemente riconosciuti, oltre 200 allievi per ogni corso».

Quindi Caso argomenta la “candidatura” della scuola vibonese con i vantaggi logistici per gli aspiranti vice ispettori provenienti dal Sud Italia. «La scelta di Vibo – chiarisce non a caso – rappresenterebbe per i poliziotti che vivono e lavorano nelle regioni meridionali del Paese, l’opportunità di continuare ad operare in prossimità dei luoghi in cui vivono e lavorano senza subire inutili ed ingiustificati svantaggi di tipo logistico, affettivo e professionale. Infatti, nella denegata ipotesi in cui la Scuola di Vibo non fosse annoverata tra gli istituti formativi prescelti, i numerosi candidati delle regioni del Sud sarebbero loro malgrado costretti ad allontanarsi dal territorio, dalle famiglie e dalle sedi di lavoro, alla volta delle regioni del centro-nord Italia (oltre 500km), atteso che l’Istituto vibonese rappresenta l’ultimo baluardo formativo insistente nell’intero territorio meridionale».

Per tali motivi, è lo stesso segretario provinciale Siulp Caso, «al fine di evitare di penalizzare in termini di disagi familiari e logistici tutti gli aspiranti vice ispettori del Sud Italia ed in particolare siciliani, calabresi, lucani», ad auspicare «un autorevole e vigile intervento sulla questione».

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