martedì,Dicembre 24 2024

Escalation di intimidazioni nel Vibonese, la Cgil: «Serve risposta corale di politica e società»

La segreteria provinciale del sindacato esprime preoccupazione per la recrudescenza criminale e manifesta vicinanza alle aziende e ai lavoratori vittime degli avvertimenti mafiosi. Plauso al Prefetto: «Ma i controlli da soli non bastano»

Escalation di intimidazioni nel Vibonese, la Cgil: «Serve risposta corale di politica e società»

«La pressione e l’influenza esercitate dalla criminalità organizzata sul territorio della provincia vibonese sono sempre più forti, e la situazione sta peggiorando rapidamente. Preoccupanti sono i fenomeni criminali, come gli atti intimidatori e gli attentanti che la cronaca di queste ultime settimane ha registrato».

A riferirlo, in una nota, è la segreteria provinciale della Cgil di Vibo Valentia. Sindacato che si dice «molto allarmato da questi gravissimi episodi, consapevoli che dove c’è la ‘ndrangheta non possono esistere diritti, lavoro e sviluppo. Di più, siamo ben consci che l’insistenza della criminalità danneggia fortemente una economia fragile e già stressata da una crisi strutturale che ne impedisce ogni ripresa».

Quindi «la nostra solidarietà a quanti, in queste settimane, sono state vittime di questi deprecabili fenomeni, particolarmente ai lavoratori che con quotidiana fatica ed impegno, proprio attraverso il loro lavoro, provano ad affermare una sana cultura della legalità e dei diritti. Come lo fa la Cooper Poro, nel suo valido sistema cooperativo, che rende direttamente protagonisti i lavoratori nel fare impresa. E solidali ci dichiariamo – aggiungono – anche con le forze dell’ordine, la magistratura e le istituzioni dello Stato che si adoperano per contrastare la ‘ndrangheta, le sue azioni criminali e l’illegalità diffusa nel nostro territorio».

Per questo, spiega il sindacato, «il nostro plauso va al prefetto Guido Longo, il quale da subito si è attivato disponendo l’intensificazione delle misure di vigilanza dei territori interessati, attraverso mirati e straordinari controlli da parte delle forze dell’ordine, pianificando mirate attività di prevenzione. Ma sappiamo che solo questo non può bastare. Per usare le stesse parole del prefetto, l’illegalità si combatte coinvolgendo anche attivamente la società civile. Crediamo dunque, non sia più procrastinabile l’esigenza di lavorare ad progetto comune che coniughi strumenti di prevenzione e strumenti di inclusione sociale: oltre alla repressione ed alla prevenzione, è necessaria una risposta della politica e della società civile per creare ed incentivare la cultura della legalità». 

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