Ex collaboratore di giustizia sfrattato: il Comune gli assegna la casa del boss (VIDEO)
Dopo la licenza sospesa al Chiosco Azzuro, per Francolino e famiglia l’invito ad abitare un immobile confiscato ai Lo Bianco. E il comandante della polizia municipale sfugge ai microfoni di La C…
Denunciava da anni i pericoli derivanti dall’erosione costiera chiedendo alle istituzioni di intervenire per la messa in sicurezza dell’intera area dove ha sede il suo piccolo esercizio commerciale, lo storico “Chiosco Azzurro” di località Pennello di Vibo Marina che gli permetteva di sopravvivere. Ma l’ex collaboratore di giustizia, Giuseppe Francolino – teste importante nel procedimento penale nato dall’operazione “Odissea” contro diversi esponenti della criminalità vibonese accusati di usura ed estorsioni – ha prima ricevuto la revoca della licenza per l’esercizio commerciale da parte del Comune di Vibo e poi la sospensione della stessa licenza con un parziale “dietrofront” da parte di “palazzo Luigi Razza”.
Licenza al “Chiosco Azzurro” di Vibo Marina: il Comune ci ripensa
Motivo? I pericoli derivanti dall’erosione costiera per i quali proprio Giuseppe Francolino aveva per primo chiesto alle istituzioni di intervenire.
Come se non bastasse tutto ciò, per arginare il pericolo provocato dal mare, il sindaco Elio Costa ha firmato pure un’ordinanza di sgombero per Francolino e famiglia (moglie e due bambini) che avevano adibito parte del Chiosco Azzurro a civile abitazione.
A Francolino il Comune ha quindi assegnato in via provvisoria un’abitazione recentemente acquisita al patrimonio dell’ente. Un bilocale, piccolo e vetusto, nel quale l’ex collaboratore di giustizia non intende far vivere i suoi bambini. Dopo le proteste di Francolino direttamente con il sindaco Costa, espresse anche attraverso il suo avvocato Giovanna Fronte, il comandante della polizia municipale Filippo Nesci gli ha messo a disposizione una villa confiscata ad un elemento di spicco del clan Lo Bianco.
Costringere, quindi, un ex collaboratore di giustizia ad abitare la casa confiscata ad un boss della ‘ndrangheta sol perché non ha accettato quella che considera una topaia?
Ecco le risposte di Giuseppe Francolino e del comandante della polizia municipale, Filippo Nesci, nel servizio di Cristina Iannuzzi per il Tg di La C