Violazione della sorveglianza speciale: assolto Giovanni Mancuso
Era stato arrestato il 4 aprile scorso dai carabinieri. Per il Tribunale il fatto non costituisce reato. Il pm aveva chiesto la condanna ad un anno e sei mesi
Assolto perché “il fatto non costituisce reato” Giovanni Mancuso, 76 anni, di Limbadi, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, arrestato il 4 aprile scorso dai carabinieri poiché sorpreso mentre si intratteneva con due persone. Il precedente penale di una delle persone trovate in casa di Mancuso risale agli anni ’90, mentre l’altra persona – un infermiere – era già stata autorizzata a recarsi da Mancuso quando questi si trovava agli arresti domiciliari. Elementi che già in sede di convalida dell’arresto avevano portato il giudice ad escludere la gravità indiziaria. Oggi, quindi, il giudice Giovanna Taricco, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha assolto l’imputato con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, accogliendo in tal modo le argomentazioni difensive degli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Stilo. Il pm aveva invece chiesto la condanna di Mancuso ad un anno e sei mesi di reclusione.
Sempre per violazione della sorveglianza speciale, Giovanni Mancuso – che si trova sulla sedia a rotelle – era stato arresto pure il 23 febbraio scorso. Ma tale arresto era stato poi annullato il 14 marzo dal Tribunale del Riesame di Catanzaro.
Giovanni Mancuso (in foto) è stato condannato di recente dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia a 9 anni di reclusione per il reato di usura al termine del processo nato dall’operazione denominata “Black money”. Altri 6 anni di reclusione per associazione mafiosa li ha invece rimediati in primo grado a Vibo nel processo nato dall’operazione denominata “Genesi” che si trova in fase di appello.