Guerra delle tessere nel Pd, la pratica in mano a Riserbato
Il presidente della commissione provinciale di garanzia, nonché responsabile organizzativo nazionale, è al lavoro per trovare una soluzione condivisa e scongiurare un nuovo commissariamento del partito nel Vibonese.
Tiene ancora banco negli ambienti del Partito democratico la vicenda delle iscrizioni gonfiate e delle tessere distribuite, per così dire “allegramente”, dai referenti della corrente “censoriana” del partito ai circoli allineati contravvenendo alle modalità stabilite in sede di comitato provinciale di garanzia. Le denunce di Giuseppe Disì, giovane esponente membro del comitato ristretto, in quota De Nisi, hanno fatto rumore richiamando l’attenzione del livello nazionale del partito, ai quali lo stesso Disì si sarebbe appellato in una comunicazione finora rimasta riservata.
«Tessere solo agli “amici” e iscrizioni gonfiate», congresso Pd a rischio
Tanto che il presidente della commissione, vale a dire il coordinatore nazionale dell’Organizzazione del partito, Donato Riserbato, in qualità di membro “super partes”, avrebbe intrapreso decise azioni per venire a fondo alla vicenda e riportare le parti in causa a più miti consigli. L’idea sarebbe quella di azzerare il tutto e avviare un nuova fase di tesseramento secondo un calendario condiviso e attraverso modalità a prova di sospetti e macchinazioni poco chiare, per come si era del resto già stabilito in partenza. L’obiettivo è ovviamente quello di ristabilire le condizioni di agilità per poter celebrare il prossimo congresso provinciale, sempre se si riuscirà a trovare un punto di equilibrio tra le ambizioni “bulgare” della corrente maggioritaria e chi non accetta che la partita venga giocata contravvenendo alle regole. L’alternativa, più che mai concreta, è che da Roma si decida di porre fine alle derive della litigiosità vibonese procedendo ad un nuovo commissariamento del partito.
Prospettiva, come detto, non proprio remota, visto che si susseguono anche le segnalazioni di tesseramenti gonfiati in diverse sezioni comunali. Tra i casi più eclatanti riferiti ai numeri del 2014, quello di Sant’Onofrio, dove le tessere sarebbero lievitate del 50 per cento, con il segretario Giuseppe Ruffa che avrebbe chiesto di essere sentito in commissione per documentare l’anomalia, oppure quelli di altri circoli dove le iscrizioni sarebbero addirittura raddoppiate annoverando diverse persone “sconosciute” ai dirigenti locali.
s. m.