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‘Ndrangheta: prorogato lo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Nardodipace

La decisione del Consiglio dei ministri che ha accolto la proposta avanzata dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Comune commissariato dal 2015 per infiltrazioni mafiose. Era già accaduto nel 2011

‘Ndrangheta: prorogato lo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Nardodipace

Il Consiglio dei Ministri ha deciso di prorogare di ulteriori 6 mesi lo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Nardodipace, nelle Serre Vibonesi, commissariato per infiltrazioni mafiose. La decisione è stata presa accogliendo la proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, tenuto conto che non risulta ancora conclusa l’azione di risanamento delle istituzioni locali da condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

 La Commissione di accesso agli atti al Comune di Nardodipace era stata inviata dalla Prefettura di Vibo Valentia il 18 febbraio 2015 e scaturiva dagli esiti dell’operazione “Uniti per la truffa” che il 3 febbraio del 2015 aveva portato agli arresti domiciliari il sindaco Romano Loielo, l’ex vicesindaco Romolo Tassone (poi scarcerati dal Tdl), e fra indagati a piede libero, fra gli altri, anche la moglie del primo cittadino, Claudia Ienco, il vicesindaco Alberto Franzè, il consigliere comunale di maggioranza Antonio Franzè, l’assessore Maurizio Maiolo e la moglie di quest’ultimo Marinella Iacopetta.

 
Anche la precedente amministrazione guidata da Romano Loielo era stata sciolta
dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose il 13 dicembre 2011. Tale scioglimento era stato poi confermato pure dalla Presidenza della Repubblica che aveva respinto un ricorso straordinario degli amministratori, rieletti però il 18 novembre 2013. Romano Loielo nel novembre 2014 era stato candidato al Consiglio regionale della Calabria nelle file di FdI-An di cui è stato dirigente nazionale.

 La relazione che nel dicembre del 2015 ha portato allo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Nardodipace ha evidenziato la presenza di “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali di Nardodipace con la criminalità organizzata di tipo mafioso”. Il prefetto nel tratteggiare la figura del sindaco Romano Loielo, l’ha definito testualmente “un pilastro portante dell’impianto criminale, accentratore di tutte le funzioni demandate all’ente, veicolo per coltivare gli interessi della consorteria attraverso la gestione della cosa pubblica, vicino alla ‘ndrangheta per il rapporto privilegiato intrattenuto” con Romolo Tassone, già vicesindaco”.

 

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