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Massoni, clan e politica a Vibo, se ne occupa Raidue con “Nemo”

Il giornalista Nello Trocchia nel Vibonese per indagare sui rapporti tra massoneria e politica nella prima città d’Italia per iscritti alle logge in rapporto ai residenti. Intervista esclusiva al sindaco Elio Costa

Massoni, clan e politica a Vibo, se ne occupa Raidue con “Nemo”

Reportage, interviste esclusive, racconti inediti affidati alla voce dei protagonisti. Si rinnova così domani sera, giovedì 6 aprile, su Raidue alle ore 21.20 l’appuntamento con “Nemo-nessuno escluso” condotto da Enrico Lucci e Valentina Petrini.

Al centro della puntata anche un’inchiesta del giornalista Nello Trocchia sui rapporti tra massoneria e politica “nella prima città d’Italia per numero di logge massoniche rispetto ai residenti: Vibo Valentia”. Commenta il fenomeno massonico e il condizionamento sulla vita di diversi enti pubblici il giornalista d’inchiesta Lirio Abbate. Nello Trocchia è andato ad intervistare anche il sindaco di Vibo Valentia, Elio Costa, sul fenomeno massonico in città e la presenza in politica dei “fratelli”. E a tal proposito non mancano vere sorprese…

 

Una puntata da non perdere, quindi, e che ripropone ancora una volta un tema “scottante” e sottovalutato: l’influenza che la massoneria – o una parte di essa – continua ad avere nella vita politica di Vibo Valentia e provincia.

“Se non si vede bene cosa c’è davanti – diceva il filosofo e giurista Noberto Bobbio parlando di massoneria e trasparenza del potere – viene spontaneo chiedersi cosa c’è dietro”.

Nessuna rassicurazione è peraltro mai giunta da buona parte della politica locale, e vibonese in particolare, su interrogativi semplici quanto scontati ed a cui puntualmente è mancata ogni risposta. Quali garanzie possono infatti dare associazioni – come la massoneria, appunto – che obbligano a vincoli di riservatezza e forme di mutuo sostegno in ordine al disinteresse verso la gestione della cosa pubblica (cioè di tutti i cittadini) e chi assicura che eventuali contrasti politici fra opposti schieramenti non vengano risolti anche in virtù della comune adesione alla massoneria?

Di “potere parallelo di tipo massonico all’interno della burocrazia comunale” che ostacolava l’attività politico-amministrativa parlò del resto nel 1995 pure l’allora sindaco Pino Iannello alla Commissione parlamentare antimafia, tanto che a tali dichiarazioni seguirono richieste di chiarimenti dell’allora gran maestro del Goi (Grande Oriente d’Italia), Virgilio Gaito, che qualche mese dopo scelse non a caso proprio Vibo come sede nazionale per aprire la massoneria al mondo esterno, chimato “profano” dai massoni.

I massoni in politica. Tornando all’attualità, gli iscritti alle logge massoniche non mancano né nell’attuale giunta comunale di Vibo Valentia presieduta dal sindaco, Elio Costa, né all’interno del Consiglio comunale della città capoluogo così come di diversi centri del Vibonese. Nulla di male se la politica (che in molti casi stabilisce nei propri Statuti l’incompatibilità fra l’iscrizione alle logge massoniche e quella al partito) rispondesse agli interrogativi di cui sopra e se i vari “attori” della politica locale dichiarassero all’atto dell’assunzione di un incarico pubblico la loro appartenenza alla massoneria (“obbligo” e dovere peraltro ribadito pure da diverse pronunce dei Tar e del Consiglio di Stato).

Le logge a Vibo. Oltre dieci le logge presenti in città, più altre a Limbadi ed in passato a Filadelfia. Cinque sono del Grande Oriente d’Italia (Goi) e dal 2007 hanno un’unica sede: il “tempio” della loggia “madre” Michele Morelli. La loggia “Giosuè Carducci” è nata invece nel 1972 per “gemmazione” dalla Morelli, mentre la loggia “Monteleone” è nata nel 1995. La loggia “Gioacchino Murat” è attiva poi dal 2007. Nel 2008 è infine nata la loggia “Benedetto Musolino”. Tre invece le logge della Gran Loggia d’Italia di Piazza del Gesù, palazzo Vitelleschi, che hanno preso il posto della vecchia loggia vibonese “Bettino Ricasoli”. Presente pure la loggia “Parsifal” della Gran Loggia Regolare d’Italia, e la loggia “Pasquale Giovanni Fráncica” della “Gran Loggia Garibaldini d’Italia”. Presenti poi altre logge di altre obbedienze, di cui una tutta al femminile.  

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