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Anziano rapinato e fatto annegare nel Vibonese: gli investigatori in Assise

Contestati i reati di omicidio volontario e rapina aggravata. A Catanzaro sfilano i testimoni dell’accusa controesaminati anche dalla difesa dei due imputati

Anziano rapinato e fatto annegare nel Vibonese: gli investigatori in Assise
Gli imputati

Nuovi testi in Corte d’Assise a Catanzaro per il processo che vede imputati Dorel Varga, 39 anni, e Stela Gyongyi Rezmuves, 38 anni, per concorso in due rapine aggravate e omicidio volontario.

I due al fine procurarsi un ingiusto profitto, avrebbero colpito alla nuca con un colpo contundente Giglio Palmo Ciancio, 79 anni, di Pizzoni, nelle Preserre vibonesi, sottraendogli poi 800 euro ed il telefono cellulare. Fatti avvenuti a Pizzo Calabro, in località “Stazione”, fra il 5 ed il 6 agosto 2015. La coppia rumena – senza una fissa dimora, ma abitando alternativamente a Rosarno, Nicotera ed altri centri del Vibonese – avrebbe quindi trascinato l’anziano, privo di conoscenza, in mare dove è poi annegato.

Altra contestazione di rapina si riferisce invece ad un episodio accaduto il 18 agosto 2015 ed in questo caso la coppia avrebbe agito con un complice ancora da identificare. Vittima delle “attenzioni” del gruppo sarebbe stato L.V., di Vibo Marina, aggredito alle spalle, colpito con un pugno e con reiterati colpi in diverse parti del corpo. La vittima, dopo aver per questo perso conoscenza, è stata rapinata di 50 euro, quattro anelli in oro ed un girocollo munito di due ciondoli del valore complessivo di circa mille euro.

Omicidio e rapine nel Vibonese, due arresti

Nel corso del processo sono stati ascoltati in Corte d’Assise il comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Marina, Antonio Lo Giudice, il maresciallo capo Massimiliano Torcasio in servizio all’aliquota carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Vibo ed il maresciallo Cosimo Mingolla, pure lui in servizio all’aliquota di pg carabinieri della Procura di Vibo. 

L’informativa di reato che ha portato a giudizio i due imputati (pm Concettina Iannazzo) è stata infatti redatta congiuntamente dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, dalla Stazione navale della Guardia di Finanza e dalla Guardia costiera di Vibo Marina e racchiude un faticoso lavoro fatto di intercettazioni, sopralluoghi, analisi tecniche ed autoptiche, rilievi fotografici, visione delle immagini immortalate dagli impianti di videosorveglianza ed infine i riconoscimenti personali da parte delle vittime (L. V.) e di una terza potenziale vittima.

I testi dopo l’esame del pm sono stati controesaminati a lungo dinanzi alla Corte d’Assise dall’avvocato Giuseppe Di Renzo che difende Dorel Varga, mentre Stela Gyongyi Rezmuves è assistita dall’avvocato Antonino Catalano.

Prossima udienza il 9 maggio quando saranno ascoltati in aula il maresciallo Gennaro Varallo della Tenenza di Rosarno, Maria Inzillo, persona offesa e moglie di Giglio Palmo Ciancio, Domenico Ciancio, figlio della vittima e parte civile nel processo, ed il tenente colonnello Stefano Leccia in servizio alla sezione navale delle Guardia di finanza di Vibo Marina.

Le rapine e il pestaggio a morte dopo la promessa di rapporti sessuali – FOTO/VIDEO

L’errore della coppia. Sono stati i tabulati telefonici a permettere ai carabinieri di ricostruire tutti gli spostamenti del pensionato risalendo pure agli utilizzatori della sua scheda telefonica una volta rubatogli il telefonino. La coppia rumena avrebbe infatti commesso “l’errore” di utilizzare la scheda telefonica del telefonino della vittima in altri telefoni, “manovra” che ha permesso agli inquirenti di individuare i telefoni utilizzatori della sim del pensionato scomparso ed ucciso. Sono stati così riscontrati e ricostruiti pure altri contatti fra la coppia rumena ed altre vittime. Tutti temi esplorati dagli investigatori nel corso dell’esame del pubblico ministero e poi del controesame dell’avvocato Giuseppe Di Renzo.

La ricostruzione degli investigatori. Il corpo di Palmo Giglio Ciancio è stato ritrovato in acqua alla Marina di Pizzo con il pantalone girato al rovescio ed appesantito da pietre. Un tentativo da parte dei suoi aggressori di simulare un suicidio da parte dell’anziano. Secondo le risultanze investigative, il pensionato dopo alcuni contatti telefonici, ed una colazione consumata in un bar di Pizzoni la mattina del 5 agosto 2015, si sarebbe incontrato con la donna rumena nei pressi dell’ospedale di Vibo Valentia per poi raggiungere insieme Pizzo. L’acquisizione delle immagini delle telecamere da parte dei carabinieri ha immortalato” il passaggio della vittima a bordo della sua motoape in compagnia della donna rumena sia a Vibo che a Pizzo, mentre l’analisi dei tabulati telefonici si è rivelata di fondamentale importanza investigativa in quanto ha permesso di individuare tutti i contatti prodromici all’appuntamento rivelatosi fatale.

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