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Narcotraffico: operazione “Feudo”, chiesto il processo pure per tre vibonesi

L’inchiesta della Dda di Lecce coinvolge 87 indagati e fra loro anche i Bonavota di Sant’Onofrio e personaggi reggini ritenuti vicini al clan Paviglianiti di San Lorenzo

Narcotraffico: operazione “Feudo”, chiesto il processo pure per tre vibonesi

Chiesto il rinvio a giudizio da parte della Dda di Lecce nei confronti di 87 indagati finiti al centro dell’operazione “Feudo” condotta sul campo dalla Guardia di Finanza. L’operazione interessa anche i Bonavota di Sant’Onofrio, nel Vibonese, e i Paviglianiti di San Lorenzo (Rc). In particolare, la richiesta di rinvio a giudizio, fra i vibonesi interessa: i cugini Salvatore Bonavota, 29 anni, e Domenico Cugliari, 35 anni, e Giulio Castagna, 50 anni, i primi due residenti a Sant’Onofrio, il terzo originario di Sant’Onofrio ma residente a Stefanaconi. Bonavota (in foto) è difeso dall’avvocato Francesco Muzzopappa, Cugliari dagli avvocati Michelangelo Miceli e Leopoldo Marchese, Castagna (in foto in basso) dall’avvocato Salvatore Staiano.

Le accuse. Bonavota e Cugliari sono accusati di cessione di sostanza stupefacente, mentre Giulio Castagna è accusato del reato di spaccio. In particolare, Bonavota e Cugliari, unitamente a Francesco Lena, 45 anni, nativo di Melito Porto Salvo (Rc), ma residente a Ventimiglia nella frazione Trucco, sono accusati di aver venduto una partita di oltre un chilo di cocaina a Cosimo Bello, 47 anni, di Statte (Ta), Giuseppe Cesario (deceduto), Carlo Mastrochicco, Cosimo Morrone, tutti residenti in provincia di Taranto. La vendita sarebbe avvenuta – secondo la ricostruzione degli investigatori – in data 8 agosto 2013. L’incontro del 23 luglio 2013 tra gli stattesi e Francesco Lena, intermediato da Salvatore Bonavota e Domenico Cugliari, sarebbe stato – secondo la Dda di Lecce – l’occasione per discutere i dettagli di un nuovo rifornimento di stupefacenti a vantaggio della compagine. La Dda di Lecce ritiene di essere riuscita a ricostruire i diversi contatti che Salvatore Bonavota avrebbe avuto con il gruppo di Statte. “Si deve ritenere – scrivono i magistrati della Dda di Lecce – che uno dei vertici del sodalizio, presumibilmente Mastrochicco, si fosse recato a Sant’Onofrio anche allo scopo di consegnare a Bonavota una nuova sim card”.

Domenico Cugliari si sarebbe quindi recato a Statte il 16 settembre 2013, mentre ulteriore incontro sarebbe avvenuto a Sant’Onofrio. Il 2 dicembre 2013, Cugliari avrebbe poi raggiunto nuovamente il gruppo di Statte. In sostanza, Salvatore Bonavota e Domenico Cugliari, per la Dda di Lecce, avrebbero agito quali broker in territorio calabrese nell’interesse del sodalizio pugliese, entrando tramite Francesco Lena anche con esponenti della ‘ndrina Paviglianiti che controlla il “locale” di ‘ndrangheta di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri, nel Reggino. La cocaina fornita dai calabresi Salvatore Bonavota e Domenico Cugliari, secondo l’accusa sarebbe stata poi rivenduta al dettaglio nel territorio di Statte. I rapporti “di confidenza” con i pugliesi, ad avviso degli investigatori, sono inoltre testimoniati dal fatto che “Bonavota o qualche suo emissario partecipò – sottolinea la Dda di Lecce – al matrimonio di Giovanni Bello, mentre Cosimo Morrone, Cosimo Bello e Carlo Mastrochicco parteciparono al matrimonio di Salvatore Bonavota”.

Giulio Castagna è infine accusato di aver portato nel 2013, unitamente a Salvatore Bonavota un imprecisato quantitativo di droga al gruppo di Taranto.

L’inizio dell’udienza preliminare è stato fissato dinanzi al gip distrettuale, Stefano Sernia, per il 21 aprile prossimo nell’aula bunker della Casa Circondariale di Lecce.

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