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“Rinascita-Scott”: l’assessore del Comune di Ionadi ed il clan Lo Bianco

La Dda ed i carabinieri si soffermano sul figlio di Alfredo Lo Bianco (consigliere di Vibo arrestato) e sui rimproveri di Francesco Patania ad Orazio Lo Bianco

“Rinascita-Scott”: l’assessore del Comune di Ionadi ed il clan Lo Bianco
Domenico Moscato (arrestato)

Sfiora anche “l’amministrazione comunale di Ionadi”, l’inchiesta “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro e dei carabinieri del Ros e del Reparto Operativo di Vibo Valentia. Lo scrivono a chiare lettere i magistrati laddove affrontano il tema dei “collegamenti tra alcuni sodali della consorteria mafiosa in trattazione e componenti delle amministrazioni comunali”. La consorteria mafiosa è quella dei Lo Bianco di Vibo Valentia ed a tal proposito gli inquirenti sottolineano che dalle indagini è emerso il legame fra Domenico Moscato, 61 anni, alias “Mimmu u baruni”, di Vibo (arrestato per associazione mafiosa ed usura e ritenuto legato ad Enzo Barba e Rosario Pugliese, alias “Cassarola”) e Alfredo Lo Bianco, 61 anni, consigliere comunale di Vibo Valentia (nella scorsa consiliatura con il centrodestra in appoggio ad Elio Costa, nell’attuale con il Pd in appoggio a Stefano Luciano) ed anche lui ora arrestato. Dalle intercettazioni, ad avviso dei magistrati e dei carabinieri, appare “evidente come Domenico Moscato esterni una certa forma di riverenza nei confronti della famiglia Lo Bianco, vantando in particolare un rapporto di comparaggio con il consigliere comunale e provinciale Lo Bianco Alfredo”, che sino al 2018 è stato infatti pure consigliere alla Provincia di Vibo, quindi vicepresidente e poi presidente al posto di Andrea Niglia e prima dell’elezione dell’attuale Salvatore Solano. [Continua dopo la pubblicità]

Il consigliere di Vibo Alfredo Lo Bianco

“Occorre precisare che anche il figlio di Alfredo Lo Bianco – sottolineano i magistrati antimafia – ovvero Lo Bianco Giuseppe, nonostante la giovane età (cl. ’88), risulta abbastanza attivo nella politica vibonese, al punto da ricoprire l’incarico di consigliere di maggioranza e di assessore in seno all’amministrazione comunale di Ionadi, comune limitrofo a Vibo Valentia”.

In merito al “giovane amministratore appare opportuno descrivere un episodio degno di interesse per le indagini – evidenzia la Dda che disvela come anche i familiari di Lo Bianco Orazio (fratello di Alfredo), anche quelli attivi in politica, soggiacciano alle stringenti regole della consorteria mafiosa di Vibo Valentia”.

Francesco Patania (Ciccio bello)

In data 5 maggio 2017, il costruttore Francesco Patania, alias “Ciccio Bello” (arrestato per associazione mafiosa)chiedeva ad Orazio Lo Bianco (pure lui arrestato) se avesse un nipote sposato che aveva in uso un’autovettura Mercedes. Alla risposta affermativa sul congiunto ed alla precisazione che si trattava del figlio di Alfredo Lo Bianco, Francesco Patania rincalzava “con toni accesi che il citato nipote di Orazio avrebbe dovuto comportarsi in maniera più corretta (“pulito”), in quanto aveva fatto “il pagliaccio qua alla Mercedes”, dove si era reso responsabile di “casini qua e là”. Patania concludeva il discorso con un’intimazione: “Digli di comportarsi “pulito” che qua ci sono amici”. Orazio Lo Bianco, quindi, ad avviso degli investigatori “accettava le raccomandazioni del proprio interlocutore, ringraziandolo della telefonata”. Francesco Patania – arrestato nell’operazione “Rinascita-Scott” – viene collocato ai vertici del clan Lo Bianco e, stando alle dichiarazioni di Andrea Mantella, fra i maggiori esponenti della cosca almeno sino al 2011.

Una volta appresa la “posizione verticistica assunta dal Patania in seno al sodalizio vibonese è possibile concludere – evidenziano i magistrati – che quella esternata nel corso della conversazione in trattazione fosse un richiamo rivolto al proprio sodale Lo Bianco Orazio, il quale avrebbe dovuto rispondere davanti alla propria consorteria anche dei comportamenti assunti dai propri congiunti. In tale ottica, pertanto, va letto il ringraziamento esternato da Orazio Lo Bianco al proprio interlocutore a seguito del rimbrotto ricevuto dal proprio interlocutore, quale segno di sottomissione a quest’ultimo, avendo recepito la “trascuranza” che gli veniva contestata in ambito criminale a causa del comportamento poco consono alle regole di ‘ndrangheta da parte di un proprio congiunto.

A ben modo di vedere – sottolinea ancora la Dda – il comportamento assunto dal nipote di Orazio Lo Bianco assumeva ancora più gravità in quanto aveva comportato il coinvolgimento di sodali di altre strutture di ‘ndrangheta. In tal senso va intesa l’esternazione del Patania: “Digli di comportarsi pulito che qua ci sono amici”, intendendo che nella vicenda vi erano coinvolti ulteriori ‘ndranghetisti”.

Il nipote di Orazio Lo Bianco “resosi autore di mancanze nei confronti di altri sodali è da identificarsi – conclude la Dda – in Giuseppe Lo Bianco, consigliere ed assessore comunale in carica di Ionadi”. Da precisare che Giuseppe Lo Bianco – a differenza del padre Alfredo e dello zio Orazio che sono stati arrestati – non figura fra gli indagati dell’inchiesta “Rinascita-Scott”.

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