lunedì,Dicembre 23 2024

Riordino delle Forze di Polizia, il Silp-Cgil si mobilita contro il decreto

Per il sindacato si mettono a rischio efficienza e sicurezza dei cittadini. Manifestazione questa mattina davanti alla Questura vibonese per chiedere un provvedimento più equo e più funzionale

Riordino delle Forze di Polizia, il Silp-Cgil si mobilita contro il decreto

Silp-Cgil sul piede di guerra in relazione al progetto di riordino delle Forze di Polizia che «mina – secondo il sindacato di categoria -, per come è concepito, alla funzionalità del comparto e quindi alla sicurezza dei cittadini».

I rappresentanti della segreteria provinciale di Vibo Valentia del Silp-Cgil, guidati dal segretario provinciale generale Felice Apa, hanno messo in atto questa mattina un sit-in davanti alla Questura di Vibo allo scopo di distribuire materiale informativo ai cittadini.

La manifestazione di Vibo Valentia s’inserisce in un contesto di mobilitazione nazionale che vede impegnato il sindacato davanti a tutte le Questure d’Italia. «Da sempre – si legge in una nota – il Silp-Cgil vibonese denuncia carenze di organici, di mezzi, di strutture, problematiche tutte che si riflettono irrimediabilmente sulla sicurezza dei cittadini, specie in quelle giurisdizioni caratterizzati da fenomeni mafiosi e mala gestione dell’apparato amministrativo».

Così, fa presente ancora la segreteria, attraverso i segretari Apa e Giuseppe Molino, «nonostante i 20 anni di lotta sindacale ed i tentativi di razionalizzare l’apparato normativo che regolamenta l’operato delle forze dell’ordine, nei giorni scorsi è stato emanato un progetto di decreto assolutamente irricevibile che penalizza ancore di più gli operatori di Polizia, demotivando il personale e non offrendogli prospettive di progressioni in carriera».

Prosegue il Silp «anziché utilizzare i tanto aspettati stanziamenti del governo per predisporre una riforma attesa da decenni, la proposta di riorganizzazione dei vertici dell’amministrazione di fatto umilia i lavoratori della pubblica sicurezza, disconoscendone il merito e la professionalità. In genere il sindacato pretende nuove risorse, stavolta invece chiede che i soldi già stanziati siano spesi meglio. Un agente deve avere la possibilità di progredire in carriera, non rimanere bloccato a vita come avviene adesso a causa della carenza di concorsi interni. I titoli, i meriti e la professionalità di chi fa il poliziotto da una vita devono essere valorizzati, non depauperati. L’intero sistema Polizia di Stato deve funzionare in maniera più efficiente, più snella e per farlo il personale in divisa va fatto crescere professionalmente e culturalmente, non costretto a “morire” nel ruolo e nella qualifica che ricopre».

Infine la considerazione: «con una polizia sempre più anziana, con un’età media di 47 anni e con 18.000 poliziotti in meno sul piano nazionale, in un contesto di crescente esigenza di sicurezza, un riordino interno delle carriere malfatto rischia di compromettere ancor più la “mission” degli operatori di polizia, che è quella di garantire la legalità e la sicurezza del cittadino. Questa azione di protesta – si legge infine – è solo il primo passo di una mobilitazione che vedrà aumentare i suoi toni se la legittima richiesta di un provvedimento più equo, più funzionale e ad invarianza di spesa, non troverà ascolto».

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