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Provinciale 17, quella strada da brivido da Vibo a Tropea

Sull’arteria hanno perso la vita diverse persone eppure non è mai stata oggetto di importanti interventi di messa in sicurezza. Il paradosso vibonese: rotatorie inesistenti dove servirebbero ma inutili dove sono

Provinciale 17, quella strada da brivido da Vibo a Tropea

Le strade della provincia di Vibo Valentia hanno un serio problema di sicurezza. «La scoperta dell’acqua calda!», penseranno i lettori. E come dargli torto? Una constatazione più che scontata, che però trova conferme ogni giorno. Chi si trova a percorrere le vie di comunicazione di uno dei territori tra i più scalcinati d’Europa, non può non notare l’assoluta mancanza di interventi di manutenzione e, soprattutto, di messa in sicurezza. Prendiamo come esempio un’arteria tra le più trafficate della provincia: la Strada provinciale 17, che collega il capoluogo con Tropea e i suoi dintorni attraversando l’altopiano del Poro e toccando i comuni di Cessaniti, Rombiolo, Zaccanopoli, Spilinga, Zungri e Drapia. Il tratto in questione è spesso interessato da incidenti (a volte, purtroppo, mortali): l’ultimo questa mattina, per fortuna senza vittime. Il motivo è presto detto: per lunghi tratti la strada è un interminabile rettilineo – in alcuni punti in discesa – dove si possono toccare velocità folli in poche centinaia di metri. È facile spingersi fino a 100/120 chilometri orari senza battere ciglio, mettendo a repentaglio la propria incolumità e quella degli altri automobilisti.

Le zone a maggior rischio sono in prossimità degli incroci: la segnaletica verticale è scarsa, arrugginita e sforacchiata da novelli Buffalo Bill; quella orizzontale è solo un ricordo sbiadito sull’asfalto dissestato. In una zona spesso interessata da fitti banchi di nebbia non esistono strisce gialle (né bianche!) che delimitino la carreggiata; non esistono luci lampeggianti (da qualche mese sono state poste solo sui cartelli nei pressi del bivio per Nicotera); non esiste alcun tipo di illuminazione, tanto da rendere difficoltoso persino immettersi sulle strade secondarie dopo il tramonto; non esistono guardrail, con il rischio di finire fuoristrada alla minima sbandata. Per non parlare del manto stradale: un puzzle di rattoppi dove è impossibile non effettuare slalom e gimkane ed è facilissimo lasciare imprecazioni e pneumatici. E, altro fattore da non sottovalutare, l’area del Poro è interessata dalla pastorizia che spinge i pastori a spostare le greggi percorrendo proprio la strada in questione, con il pericolo di travolgere le povere bestie e rimetterci la vita.

Da diversi mesi la Provincia di Vibo Valentia ha completato un vecchio progetto di realizzazione delle rotatorie lungo la ex Statale 522, sul litorale. Da Vibo Marina a Tropea sono state poste numerose rotonde che, in alcuni casi, non hanno nessuna utilità. A Tropea si è arrivati all’inverosimile: due a distanza di cinquanta metri, di cui una senza uscite secondarie (!). Parte dei fondi destinati al completamento di queste opere si sarebbe potuta dirottare per la messa in sicurezza della sp 17. Qui, infatti, è necessaria e urgente la realizzazione di questi utili anelli nei pressi degli incroci, sia per moderare le velocità folli dei veicoli, sia permettere l’immissione sulle altre arterie, illuminando anche i punti chiave. E, invece, niente. Nell’ultimo stanziamento pubblico si parla di 6 milioni di euro destinati alla messa in sicurezza delle strade vibonesi, ma quella provinciale continua a essere dimenticata dagli uomini, prima che da Dio. Forse si aspetta l’ennesimo morto? È noto, infatti, che «alla chiesa di Santa Chiara misero le porte di ferro dopo che fu saccheggiata». Ma nell’ultima provincia d’Europa non si può avere neppure questa magra consolazione.

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