Rapine a Vibo Valentia: lascia il carcere per i “domiciliari” Giuseppe Lo Bianco
Deve scontare una condanna per un “colpo” da 15 mila euro. La Corte d'Appello di Catanzaro dispone l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico
Lascia il carcere per i “domiciliari”, con obbligo di indossare il braccialetto elettronico, Giuseppe Lo Bianco, 44 anni, detto “Peppe da Cina”, di Vibo Valentia, arrestato nel dicembre 2014 per due rapine consumate in città. La Corte d’Appello di Catanzaro ha infatti accolto un’istanza in tal senso dell’avvocato Giuseppe Di Renzo.
Lo Bianco (in foto) continuerà così a scontare nel proprio domicilio la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione rimediata per il reato di rapina. Giuseppe Lo Bianco, nipote del defunto boss Carmelo Lo Bianco, detto “Piccinni”, era stato arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Vibo Valentia. A “inchiodarlo” sono stati due testi oculari, alcune intercettazioni in carcere e le immagini video che avevano ripreso le fasi della rapina ed il sequestro di un passamontagna nell’auto di Lo Bianco nell’immediatezza del “colpo”. L’arresto era avvenuto dopo 35 minuti da una rapina compiuta la sera del 12 dicembre 2014 ai danni del distributore Esso di Vibo Valentia, sito in viale Affaccio. Rapina aveva fruttato 15mila euro. Giuseppe Lo Bianco era stato fermato a bordo della sua auto, una Nissan Primera grigia, in località “Ottocanali” di Vibo e il passamontagna usato per il “colpo” era stato ritrovato dai carabinieri sotto il tappetino. Dalle immagini delle telecamere del distributore di benzina i militari dell’Arma avevano poi individuato l’auto usata per la rapina, guidata da Lo Bianco, mentre due complici travisati ed armati con una pistola si erano fatti consegnare l’incasso dal benzinaio. L’automobile di Lo Bianco, fra l’altro, era già monitorata da tempo dai carabinieri poiché alcuni testimoni l’avevano indicata sul luogo di un’altra rapina compiuta il 18 ottobre 2014 ai danni di un supermercato sito in via Giovanni XXIII a Vibo. Lo Bianco era stato così sottoposto dai carabinieri a fermo di indiziato di delitto per entrambe le rapine. L’imputato aveva poi optato per il processo con rito abbreviato che gli è valso uno sconto di pena pari ad un terzo.