Provincia, i lavoratori incontrano i neo consiglieri: «Necessario che tutti si rimbocchino le maniche»
Assemblea questa mattina nella sala consiliare dell’Ente dove i dipendenti hanno tratteggiato un quadro a tinte fosche spronando gli eletti ad un sussulto di dignità. Su strade, scuole e uffici le maggiori criticità
Ha avuto luogo nella mattinata di oggi, nella sala consiliare della Provincia di Vibo Valentia, un’assemblea dei lavoratori provinciali alla presenza, tra gli altri, del presidente dell’Ente Andrea Niglia e dei nuovi consiglieri provinciali, eletti meno di due mesi fa.
«L’assemblea – si legge in una nota dei lavoratori -, convocata e presieduta dai membri della Rappresentanza sindacale unitaria provinciale, Armellino e Vecchio, ha come scopo quello di iniziare un percorso di conoscenza reciproca, finalizzata ad esaminare insieme i problemi da affrontare per consentire una decorosa ripartenza dell’Ente (dall’erogazione dei servizi relativi alla viabilità e alle scuole, al pagamento degli stipendi dei dipendenti, fino alla riorganizzazione ed ottimizzazione interna degli uffici e alla gestione della sede provinciale); mettere a conoscenza i lavoratori dei programmi politici del nuovo Consiglio, immaginare, auspicabilmente, un percorso di azione condivisa (nelle sedi preposte: Governo, Regione, ecc.) per il raggiungimento di questi obiettivi».
Entrando nel dettaglio i lavoratori elencano le priorità che l’Ente deve necessariamente affrontare «con l’impegno di tutti»: si inizia dalle «strade provinciali in molti casi impraticabili, in altri proprio chiuse. Alcuni paesi, come Vazzano, rischiano seriamente di rimanere isolati». Poi «le scuole che faticano ad andare avanti, ed è indegno che, per pagarne le bollette, si debba ricorrere magari ad autofinanziamento da parte di studenti e genitori». Ancora «i palazzi sede degli uffici provinciali, sono sporchi e votati all’incuria ormai da anni». Infine gli stessi «dipendenti che, incapaci di portare avanti il loro lavoro per mancanza di fondi, attendono ancora tre mensilità arretrate».
Per i lavoratori, quindi, «le cose non vanno bene e bisogna che, chi ha scelto di farsi eleggere in Consiglio, si rimbocchi le maniche e dia risposte serie e concrete. Stiamo perdendo tutti, giorno dopo giorno, un pezzo della nostra dignità».