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Vibo, Romeo nomina Menniti suo capo di gabinetto che 20 giorni fa aveva escluso l’incarico. Il Pd: «Non abbiamo condiviso»

Il nuovo collaboratore di fiducia pagato con fondi di bilancio del Comune ha curato la campagna elettorale del sindaco. Dal bando (naufragato) per un superconsulente Pnrr al recente avviso pubblico (ancora in piedi) per la costituzione dell’ufficio di staff: tutti gli aspetti di una vicenda politicamente esplosiva

Vibo, Romeo nomina Menniti suo capo di gabinetto che 20 giorni fa aveva escluso l’incarico. Il Pd: «Non abbiamo condiviso»
Il sindaco Enzo Romeo e Gianpiero Menniti il giorno dell'elezione

E alla fine incarico fu: «Da ieri sera il Sindaco Enzo Romeo mi ha nominato suo capo di gabinetto: incarico chiaro, diretto, tecnico, di coordinamento. Impegno gravoso, l’ho accettato e lo ringrazio per la fiducia». Con questo post pubblicato sulla pagina del suo profilo “politico”, quella del Centro studi Progetto Vibo, Gianpiero Menniti ha annunciato l’investitura di Romeo, per il quale ha curato a suo tempo la campagna elettorale, continuando ad affiancarlo anche se non ufficialmente in questi primi 9 mesi di consiliatura.

Eppure, appena 20 giorni fa, il 6 marzo scorso, sempre dalla sua pagina social, si era scagliato contro quei «cagnacci rabbiosi» che nel corso dei mesi lo avevano messo al centro dell’attenzione mediatica dando per certo, in un modo o nell’altro, il suo ingresso da stipendiato nell’Amministrazione Romeo, cosa che in effetti poi è avvenuta. Sempre in quel post era stato netto e, apparentemente, inequivocabile: «Veniamo al sodo – aveva scritto prima di alludere ai “cagnacci rabbiosi” – non sono in predicato per nessun incarico comunale e non parteciperò a nessuna selezione relativa a ruoli di alcun genere nel Municipio di Vibo». Venti giorni dopo la musica è completamente cambiata e Menniti, che riveste anche la carica di commissario provinciale del movimento politica Europa-Verdi, assicura che getterà via «l’orologio per stargli (a Romeo, ndr) lealmente al fianco in questa sfida, rilevante, che lui, da Sindaco, ha assunto prendendo la guida della città».

I titoli non gli mancano, visto che può ostentare tre lauree – una in Comunicazione e due in Beni Culturali – un’ultradecennale esperienza come dirigente d’azienda e anche l’iscrizione all’Albo dei giornalisti in qualità di pubblicista. Gli stessi stringenti requisiti del bando per la ricerca di un superconsulente da 400 euro al giorno (con fondi Pnrr) per circa due mesi complessivi di lavoro, di cui parlò nel settembre scorso per la prima volta proprio Il Vibonese. Bando poi naufragato tra le polemiche, nonostante i 33 candidati che presentarono il curriculum. Di questi, appena 4 approdarono al colloquio finale, ma uno soltanto si presentò dinanzi alla commissione esaminatrice per poi però essere bocciato.

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Più recentemente, all’inizio di marzo, il Comune ha emanato un altro avviso di selezione pubblica per l’istituzione di un ufficio staff del sindaco. Un incarico a tempo determinato da assegnare a un professionista esterno, da inquadrare nell’Area dei Funzionari e dell’Elevata qualificazione (ex categoria D), fino alla scadenza del mandato amministrativo. Lo stesso inquadramento retributivo che ora, con la delibera di giunta di ieri, viene riconosciuto a Menniti senza passare sotto le forche caudine di una selezione con più candidati. L’avviso, ancora operativo, prevede infatti la valutazione dei curricula e un successivo colloquio individuale con i primi 5 candidati che il sindaco «a suo insindacabile giudizio» ritenga idonei a ricoprire la posizione oggetto di selezione.

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Al momento non si è ben capito che fine farà questo avviso e se la nomina diretta di Menniti abbia colmato il bisogno del primo cittadino di essere affiancato da un collaboratore di fiducia. Qualora anche questo “bando” dovesse finire nel nulla, come è accaduto per quello dello scorso settembre, sarebbe l’ennesima beffa per chi, suo malgrado, ha risposto inviando il proprio curriculum e sperando di potersela giocare ad armi pari con gli altri candidati.

Frattura nella maggioranza

Intanto, il clima politico nella maggioranza non sembra più idilliaco. L’incarico affidato al principale collaboratore politico di Romeo durante la campagna elettorale e ora pagato con fondi di bilancio del Comune, espone la compagine di governo agli attacchi delle opposizioni che già in occasione del bando per la ricerca di un superconsulente si era scagliata ferocemente contro il sindaco e la sua giunta. Fino a una tesissima seduta consiliare durante la quale la minoranza aveva esplicitamente parlato di «una cambiale elettorale» che il primo cittadino si apprestava a pagare.

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Il Pd prende le distanze

E dunque non è affatto un caso che ieri, nella riunione di giunta che ha deciso l’assunzione su base fiduciaria del nuovo collaboratore, non ci fosse la delegazione del Pd (gli assessori Soriano e Continanza), il principale partito della coalizione di centrosinistra che sostiene Romeo. Il capogruppo del Pd Francesco Colelli, raggiunto telefonicamente, conferma l’assenza degli assessori Pd ma si rifugia in un no comment “motivato”: «Non abbiamo apprezzato quanto accaduto – dice – per questo preferisco non commentare la nomina di Menniti». Parole che risuonano come un temporale politico che sta per scoppiare.

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