«Vietare la vendita di animali, serve un segnale di civiltà»: la Lav scrive al Comune di Tropea in vista della Fiera dell’Annunziata
Roberto Mazzitelli della Lega anti vivisezione provinciale sollecitando maggiori controlli ha denunciato il sovraffollamento nelle gabbie, la scarsità d’acqua e l'esposizione diretta al sole

La sezione di Vibo Valentia della Lega anti vivisezione (Lav), il cui responsabile è Roberto Mazzitelli, ha inviato una missiva alla Commissione prefettizia del Comune di Tropea con la quale ha formalmente chiesto di «non concedere più postazioni per la vendita di animali in occasione dell’imminente Fiera dell’Annunziata», che si terrà come ogni anno il 23 marzo. La pec è stata inviata per conoscenza alla Polizia municipale di Tropea, all’ Asp e al Comando dei carabinieri forestali di Spilinga. «Negli anni passati – ha evidenziato Mazzitelli – abbiamo assistito alla presenza di bancarelle con vendita di piccoli animali (pulcini, pesciolini, tartarughine, criceti) le cui condizioni di detenzione erano quanto meno discutibili: affollamento di gabbie e vasche, scarsità d’acqua, posizionamento sotto il sole. Una volta acquistati per lo più sono portati via dagli acquirenti in buste di plastica con poca aria in giro per la fiera prima di arrivare a casa. Inoltre, spesso sono stati acquistati da minori senza presenza di adulti e, purtroppo, abbiamo avuto testimonianze – non disponibili però alla denuncia – di strazio per gioco di questi poveri animali».
«Ogni anno – prosegue la missiva della Lav di Vibo – riceviamo segnalazioni da parte di cittadini indignati per tale commercio eticamente inaccettabile di esseri viventi senzienti. Addirittura l’anno scorso ci hanno segnalato tardivamente la presenza di un privato che vendeva cuccioli di cane pastore tedesco, presumibilmente senza licenza e con detenzione dei cani in grave violazione delle minime leggi di tutela del benessere animale: cuccioli legati con corde, senza ciotole d’acqua, sotto il sole per l’intera giornata, non registrati all’Anagrafe canina regionale come da normativa vigente e probabilmente neanche vaccinati».
«Al di là dell’ipotizzabile reato di maltrattamento di animali, ex art. 544 ter del Codice penale, e del grave messaggio diseducativo, poiché gli animali non sono cose di cui disporre a piacimento – ha incalzato il responsabile provinciale della Lega anti vivisezione Mazzitelli -, una maggiore attenzione e una cresciuta sensibilità nell’opinione pubblica, anche locale, ci portano a ritenere tali attività lucrative di sfruttamento degli animali ormai anacronistiche e comunque da cancellare. Anche per le conseguenze negative sociali e ambientali che esse comportano, come la diffusione del randagismo e di malattie o di zoonosi, oppure la liberazione di specie alloctone nel nostro ambiente quando i piccoli animali crescono e non sono più desiderabili».
«Una grande Fiera calabrese come quella di San Giuseppe a Cosenza – ha ulteriormente evidenziato Mazzitelli nella missiva alla triade commissariale del Comune di Tropea -, già da anni non ospita più bancarelle con animali in vendita. Chiediamo – ha poi concluso – che anche a Tropea, in occasione di questa sentita ricorrenza annuale, si dia un segnale di civiltà in tal senso vietando queste attività commerciali senza alcuna garanzia per il benessere degli animali, non concedendo lo spazio pubblico oppure, nel caso di concessioni già date e non revocabili, intensificando i controlli e la vigilanza su queste bancarelle».