‘Ndrangheta: processo “Black money”, Tribunale Vibo in camera di consiglio
I giudici si sono ritirati per emettere la sentenza contro il clan Mancuso. “Superato” lo stop della Cassazione
Si sono ritirati in camera di consiglio, scegliendo un albergo cittadino, i giudici del Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Vincenza Papagno, a latere i giudici Giovanna Taricco e Pia Sordetti) che dovranno emettere la sentenza nei confronti di 22 imputati del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Black money” (scattata nel marzo del 2013) accusati di far parte o essere vicini al clan Mancuso di Limbadi e Nicotera.
Per poter entrare in camera di consiglio, il Tribunale ha oggi respinto con apposita ordinanza la richiesta di sospensione avanzata dagli avvocati Francesco Sabatino e Francesco Calabrese, difensori dell’imputato Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, dopo la decisione della Cassazione di annullare con rinvio il verdetto della Corte d’Appello di Catanzaro in ordine alla ricusazione del Tribunale. I giudici Vincenza Papagno e Giovanna Taricco avevano infatti avanzato richiesta di astensione dal processo avendo, in separato procedimento, condannato a 16 anni di reclusione Nunzio Manuel Callà, che aveva fornito l’arma per il tentato omicidio di Francesco Scrugli su mandato del boss Pantaleone Mancuso “Scarpuni” (in foto).
Il 31 ottobre scorso, però, il presidente del Tribunale di Vibo Valentia, Alberto Filardo aveva respinto la richiesta dei magistrati Papagno e Taricco, ritenendo che i due giudici nel condannare Nunzio Manuel Callà, non avessero anticipato giudizi di responsabilità su Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, accusato di aver ricoperto un ruolo di vertice all’interno dell’omonimo clan di Limbadi e Nicotera.
Dello stesso avviso del presidente Alberto Filardo era stata la Corte d’Appello di Catanzaro il 3 novembre 2016. La Cassazione, però, accogliendo i rilievi degli avvocati Calabrese e Sabatino, non si è trovata d’accordo con le motivazioni espresse dai giudici di Catanzaro (e di conseguenza anche con la decisione del presidente del Tribunale di Vibo Valentia, Alberto Filardo) ed ha annullato la loro decisione per un nuovo esame.
Il Tribunale di Vibo Valentia ha deciso di entrare ugualmente in camera di consiglio spiegando con apposita ordinanza di non aver ricevuto alcuna comunicazione formale dalla Cassazione o dalla Corte d’Appello di Catanzaro in ordine all’annullamento con rinvio della precedente decisione dei giudici catanzaresi di respingere la richiesta di ricusazione nei loro confronti avanzata dai difensori di Pantaleone Mancuso.
Queste le richieste di pena: Giovanni Mancuso (in foto), 29 anni di reclusione; Agostino Papaianni, (in foto in basso) 28 anni e 6 mesi di reclusione; Antonio Mancuso (cl. 1938), 27 anni di reclusione; Pantaleone Mancuso, 26 anni e 6 mesi di reclusione; Giuseppe Mancuso, 19 anni di reclusione; Gaetano Muscia, 14 anni di reclusione; Damian Fialek, 12 anni e 8 mesi di reclusione; Leonardo Cuppari, 12 anni e 6 mesi di reclusione; Antonino Castagna, 12 anni di reclusione; Antonio Prestia, 7 anni di reclusione;
Antonio Velardo, 5 anni di reclusione; Nicola Angelo Castagna, 3 anni di reclusione; Filippo Mondella, 3 anni di reclusione; Carmela Lo Preste, 3 anni di reclusione; Giuseppe Papaianni, 3 anni di reclusione; Raffaele Corigliano, 3 anni di reclusione; Ottorino Ciccarelli, 3 anni di reclusione; Alberto Caputo, 3 anni di reclusione; Pantaleone Zoccali, 2 anni e 6 mesi di reclusione; Carmina Mazzitelli, 2 anni e 6 mesi di reclusione; Federico Francesco Buccafusca, assoluzione.
LE AMMENDE: Antonio Mancuso, 2000 euro di multa; Giovanni Mancuso, 4000 euro; Gaetano Muscia, 4000 euro; Damian Fialek, 2000 euro; Giuseppe Mancuso, 4000 euro; Agostino Papaianni, 9000 euro; Leonardo Cuppari, 2000 euro; Antonio Prestia, 6000 euro.