Mileto, battaglia sull’Imu: scontro acceso in Consiglio tra proprietari di terreni e amministrazione comunale
L’opposizione incalza il sindaco sulla tassazione 2017-2023 delle aree oggi classificate come agricole, mentre il Comune difende la linea dell’Ufficio tributi e attende pareri ufficiali per eventuali riduzioni


Discussione animata, quella registratasi a Mileto nel corso dell’ultimo consiglio comunale, riguardo alla diatriba in atto tra amministrazione comunale e alcuni proprietari di terreni inseriti nel vecchio Piano regolatore generale come edificabili (nonostante ricadenti in zone C e D),e per questo chiamati al pagamento dell’Imu per gli anni 2017-2023. Dal febbraio 2024 in poi, in virtù dell’approvazione del nuovo Piano strutturale comunale, il problema non esiste, visto che i suddetti terreni sono stati dichiarati ufficialmente agricoli.
Dibattito in consiglio
La questione è sbarcata in consiglio in virtù della mozione presentata dalla componente di minoranza “Eppur si muove”, susseguente alla petizione inoltrata agli organi preposti da circa 70 cittadini, in cui si chiede il rispetto dell’articolo 65 della Legge regionale urbanistica 19/02, che afferma che «i terreni ricadenti in zona C (per i quali non sono stati richiesti trasformazioni) e D sono da dichiarare agricoli e, pertanto, non soggetti a tassazione». La discussione in sala è durata una mezz’oretta circa, con ripetuti botta e risposta tra il sindaco Salvatore Fortunato Giordano e il capogruppo d’opposizione Michele Rombolà. La sintesi nelle parole dello stesso primo cittadino.

«Io la penso in modo diverso – ha affermato, tra l’altro, ribadendo la posizione della maggioranza – ma quello che succede è che l’Ufficio tributi, confortato anche dalla Prefettura, in base alle normative specifiche stabilisce che una cosa è la riduzione della base imponibile dal punto di vista urbanistico, un’altra dal punto di vista tributario. Nel primo caso i terreni sono sicuramente agricoli, nel secondo non esenti da tassazione. Il problema che noi ci poniamo oggi, per cercare di scardinare questa situazione altrimenti improponibile, è che la giunta prenda atto di quanto non emerso prima del 2021, e che si attivi, come del resto abbiamo fatto noi, per capirne dei più.
Dalle risposte avute dagli organi superiori – ha aggiunto – si è capito che si poteva agire solo sulla valutazione dei beni, e noi lo abbiamo fatto. Ma ciò non si può attuare mettendo in pericolo l’esistenza economica stessa dell’Ente, senza il parere del Revisore dei conti e dell’Ufficio preposto. Per quanto ci riguarda non abbiamo il potere d’imporre determinati comportamenti, questo succede negli Stati dittatoriali. Qui invece siamo in democrazia e, quindi, soggetti alla legge. Faremo di tutto – ha concluso il sindaco – affinché dal 2017 al 2024 si crei una condizione di equità, anche perché reputiamo sia giusto così. Una cosa è, tuttavia, quello che noi pensiamo, un’altra quella che si può fare per rimediare. Se otterremo pareri positivi, stiate certi che ci attiveremo per far pagare, ad esempio, anziché 1500 euro, 100 euro».
Tra gli interventi in sala, anche quelli dell’assessore Francesco Ciccone e dell’esponente di minoranza Ilenia Tulino. L’opposizione, per nulla convinta della tesi esposta dal sindaco, si è riservata di approfondire ulteriormente la questione. La sensazione, tuttavia, è che la diatriba tra le parti non si concluda qui, anche perché i proprietari terrieri interessati dalla problematica si dicono decisi ad andare avanti e a proseguire la propria battaglia in tutte le sedi possibili, al fine di ottenere finalmente giustizia. Maggioranza e opposizione, intanto, si ritroveranno martedì prossimo in consiglio per discutere dell’approvazione del Bilancio di previsione 2025-2027.