giovedì,Marzo 6 2025

Rinascita Scott: inammissibili in Cassazione cinque ricorsi della Dda per il ripristino del carcere

In due risponderanno nel processo d’appello a piede libero, altri tre rimangono agli arresti domiciliari

Rinascita Scott: inammissibili in Cassazione cinque ricorsi della Dda per il ripristino del carcere
Maurizio Artusa

Dichiarati inammissibili cinque ricorsi per Cassazione proposti dalla Dda di Catanzaro nei confronti di altrettanti imputati di Rinascita Scott che non andranno così al momento in carcere. La Procura aveva chiesto il ripristino della misura della custodia in carcere per: Umberto Maurizio Artusa, 57 anni, di Vibo Valentia (condannato in primo grado a 18 anni di reclusione e che resta agli arresti domiciliari per motivi di salute); Giovanni Sicari, 32 anni, di Paradisoni di Briatico(condannato in primo grado a 19 anni e 2 mesi, resta a piede libero); Raffaele Pardea, 66 anni, di Vibo Valentia (condannato in primo grado a 18 anni di reclusione, resta a piede libero); Antonio Lo Bianco, 77 anni, di Vibo Valentia (condannato in primo grado a 18 anni e 2 mesi, resta ai domiciliari per motivi di salute); Francesco Romano, 39 anni, di Briatico (condannato in primo grado a 21 anni e 2 mesi, resta ai domiciliari per Rinascita Scott, mentre si trova in carcere per una contestazione estorsiva mossa dalla Procura di Brescia). Accolte così le argomentazioni degli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Gambardella per Artusa, Giuseppe Di Renzo e Giuseppe Bagnato per Sicari, dell’avvocato Salvatore Sorbilli per Pardea, dell’avvocato Giuseppe Bagnato per Lo Bianco e Romano.

Le accuse

Giovanni Sicari

Umberto Maurizio Artusa è imputato – unitamente al fratello Mario – di essere partecipe del gruppo diretto dal boss di Limbadi Luigi Mancuso. I fratelli Artusa sono ritenuti due figure centrali dell’intera inchiesta. Rispondono del reato di associazione mafiosa e altri reati quali estorsione, intestazione fittizia di beni e turbata libertà degli incanti.
Giovanni Sicari è stato invece condannato in primo grado per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Reati aggravati dalle finalità mafiose. Raffaele Pardea viene invece ritenuto un esponente di vertice dell’omonimo clan di Vibo Valentia. In primo grado è stato condannato per il reato di associazione mafiosa. Antonio Lo Bianco in primo grado è stato assolto da due vicende estorsive e il Tribunale ha riqualificato il ruolo di organizzatore dell’associazione mafiosa in quello di partecipe dell’omonimo clan di Vibo Valentia. Francesco Romano è stato infine condannato per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico.

Articoli correlati

top