San Gregorio intitola una via a don Luccisano, disco verde dalla Prefettura. Il sindaco: «Ha dedicato la vita ai giovani»
L’omaggio del paese all’indimenticato parroco che, nel corso del suo mandato ecclesiastico, restaurò la canonica, creò il primo oratorio e di adoperò per la costruzione di una nuova chiesa. Il primo cittadino Farfaglia: «La sua straordinaria attività apprezzata ben oltre i confini della parrocchia»

«È con viva soddisfazione e tanto orgoglio che comunico che la prefettura di Vibo Valentia ha autorizzato l’intitolazione di una via al nostro caro don Michele Luccisano, parroco amato della parrocchia San Gregorio Magno». Ad ufficializzare la notizia, sui social, il sindaco Pasquale Farfaglia a seguito del via libera ottenuto dalla autorità di governo territoriale.
Via libera dalla Prefettura
Un omaggio ad una figura amatissima, capace di lasciare un segno all’interno della comunità: «La sua straordinaria attività – ricorda il primo cittadino – è stata apprezzata oltre i confini della sua parrocchia avendo dedicato la sua vita alla crescita spirituale della sua comunità ed in particolare dei giovani che lo ricordano con immutato affetto». L’iter aveva subito una accelerata nel novembre 2024 con la delibera di giunta (la numero 114), atto che, spiega il sindaco «ha avuto necessità di diversi visti e pareri che si sono conclusi con l’autorizzazione del prefetto Colosimo».
La figura di don Michele Luccisano
Il legame tra San Gregorio e don Michele, scomparso il 28 settembre del 1982, è fortissimo. Nonostante il trascorrere del tempo, infatti, il paese lo ricorda ad oggi con profonda stima e affetto.
Nella deliberazione di giunta si ricostruiva il percorso di don Michele. Era nato «a Cittanova (Reggio Calabria) il 5 gennaio 1941 da Ferdinando e Maria Montagna Pepe. Iniziò il ministero parrocchiale a San Gregorio D’Ippona e, l’anno successivo, contemporaneamente, svolse il ruolo di vicario economo nella vacante parrocchia di Zammarò. Faro della sua attività parrocchiale fu la formazione giovanile. Nel 1973 con i suoi risparmi e l’aiuto della popolazione restaurò la casa canonica che versava in gravi condizioni, spingendo la curia, dietro sua continua insistenza, ad operarsi per la costruzione di una nuova chiesa. In quest’ultima, ancora incompleta, fu celebrata la messa esequiale».
Il prete viene «ricordato con affetto da tutta la popolazione. A lui si deve la creazione del primo oratorio, punto di ritrovo di tutti i giovani del paese, la sua casa è sempre stata aperta a tutti. Don Michele ha speso il proprio mandato con totale dedizione alla comunità con la parola e l’azione concreta e la sua prematura scomparsa ha destato angoscia in tutta la comunità che ha visto perdere il suo punto di riferimento».