domenica,Marzo 9 2025

Il caso della tela ottocentesca sparita a Pizzo, l’Arciconfraternita Maria delle Grazie: «Il nostro è un affresco, non il quadro scomparso»

La precisazione dopo i dubbi sulla misteriosa fine dell’opera di Carmelo Zimatore. La replica dello storico Montesanti: «Nella scheda della Soprintendenza è catalogato come tela, utile analizzare gli archivi e collaborare»

Il caso della tela ottocentesca sparita a Pizzo, l’Arciconfraternita Maria delle Grazie: «Il nostro è un affresco, non il quadro scomparso»

Sulla vicenda dell’opera raffigurante lo sposalizio della Vergine, l’Arciconfraternita santissima Maria delle Grazie di Pizzo, ha inteso fornire una propria versione. Proprio nei giorni scorsi, lo storico locale Antonio Montesanti aveva acceso i riflettori su una tela opera di un giovanissimo Carmelo Zimatore, pittore attivo da fine Ottocento nella cittadina napitina e non solo, commissionata e inaugurata nella chiesa di San Sebastiano. Oggi, di quest’opera non v’è più traccia. Almeno non nell’edificio che inizialmente lo aveva accolta. Tuttavia, l’artista e storico locale, in uno dei sopralluoghi nelle chiese di Pizzo, aveva scorto un dipinto molto simile a quello finanche documentato in un articolo del 1880 apparso su Corriere di Roma, in una delle pareti della Chiesa della Madonna delle Grazie. Lasciando ovviamente aperta la necessità di ulteriori approfondimenti e ricerche storico-archiviste.

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La precisazione dell’Arciconfraternita

Da qui la risposta dell’Arciconfraternita: «A tal proposito ci preme evidenziare che nella nostra Chiesa non si trova nessuna tela raffigurante “lo Sposalizio della Vergine”. Quello che viene riportato nella foto dallo “scopritore” da voi pubblicata è un affresco – scrive il sodalizio – si tratta di quattro affreschi del XX secolo dipinti sulla parete (non tele come si vuol far credere) raffiguranti la vita della Vergine e precisamente: “La Nascita”, L’Annunciazione”, Lo sposalizio” e “Stella Maris”. Si tratta in sostanza di un corpo di quattro affreschi e non di una singola tela come dimostrato dalle foto che alleghiamo». In sintesi, «cosa dovremmo restituire? Una parete?», si chiede l’Arciconfraternita.

La risposta dello storico Montesanti

Sul caso, il breve commento dello storico Montesanti: «Con il mio intervento ho solo fatto notare che la chiesa in cui l’opera era stata originariamente collocata non c’è più, a partire dall’epoca in cui hanno acquistato una riproduzione di Raffaello. Quindi ho notato che una tela (almeno è così schedata l’opera dalla scheda fornita dalla Soprintendenza) di Zimatore si trova in altra chiesa. Potrebbe o anche non potrebbe essere la stessa opera». Affresco? Tela? «In merito alla documentazione della Soprintendenza non ci sono discordanze. Al di là di tutto, sarebbe positivo approfondire, analizzare gli archivi e collaborare». Sulla attribuzione (non data dal perito) esprimo un parere stilistico da artista. Sul resto attendo di verificare dall’archivio della confraternita, l’epoca e la committenza dell’opera, che mi auguro avvenga presto».

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