Rombiolo, le dinamiche insediative nell’area del Poro al centro della rassegna letteraria “In Biblioteca”
All’evento proposto dalla Pro Loco presente un pubblico numeroso e attento. Alla base la presentazione del libro “Zungri e zunculi” di Eugenio Sorrentino


Pubblico numeroso e attento all’appuntamento conclusivo della rassegna “In Biblioteca”, promossa a Rombiolo dalla locale associazione turistica Proloco presieduta da Alessia Gerace. Nell’occasione, nella sede della Biblioteca comunale è stato presentato il libro dello studioso Eugenio Sorrentino, “Zungri e zunculi. Dinamiche insediative nell’area di Mesiano vecchio e Briatico vecchio”. A discutere e interloquire con l’autore, il vicepresidente della Pro Loco, Annunciato Larosa, e il presidente dell’Archeoclub “Armos” di Rombiolo-Pernocari, Nicola Mandaradoni. Tanti i temi trattati, prendendo spunto dal volume del valente appassionato di storia patria, nativo di Zungri.
Si è parlato, ad esempio, dell’origine dei casali, del declino di Mesiano e della conseguente nascita delle comunità di Zungri, Rombiolo e Filandari. Attingendo a dati storici e archeologici e, cosa non da poco, facendone una sintesi comprensibile ai più. Il volume – focalizzando l’attenzione sui processi insediativi della parte sommitale del Poro in età tardo antica e medievale – racconta inizialmente del processo che dalle ville romane ha portato alla massa tropeiana, del tema dell’organizzazione territoriale bizantina in Calabria, della nascita dei choria, della presenza araba, del monachesimo italo-greco, della nascita dei casali in epoca normanna-sveva.

Subito dopo si concentra su quando, nel IX-X secolo, Mesiano diventa con il suo castello e i suoi villaggi il nuovo baricentro del Poro, un ruolo che a suo modo manterrà fino agli inizi del ‘400, fino a quando viene meno in Calabria l’obbligo giuridico che imponeva ai villani al servizio dei feudatari di rimanere legati a vita alla terra che coltivavano. Infine, l’avvincente viaggio a ritroso nel tempo tra i villaggi rupestri della Calabria, di Zungri in particolare, arricchito da una preziosa appendice fotografica e bibliografica. «Per quanto riguarda il sito di località Fossi, da molti indicato con il toponimo le grotte degli Sbariati – ha affermato al riguardo l’autore – appare ormai superata l’ipotesi che ne attribuiva la nascita a monaci in fuga dall’Oriente o dalla Sicilia e soffermatisi nell’area di Mesiano. Dal punto di vista cronologico, l’utilizzo delle grotte per finalità abitative è riferibile all’età medievale o addirittura all’età bizantina». Nell’occasione lo studioso ha anche spiegato che i nomi dei villaggi spesso derivano da quelli delle famiglie più influenti che per primi abitavano quel luogo.

«Anche per Zungri potrebbe essere la stessa cosa. Fino a qualche tempo fa – ha sottolineato – si pensava che il nome facesse riferimento alla natura del terreno, alla roccia. L’ipotesi oggi più plausibile, invece, è che derivi dalla similitudine con quello di una persona o famiglia importante che originariamente risiedeva in quell’area». Al termine della serata Eugenio Sorrentino ha ricevuto dal presidente Mandaradoni la tessera di socio onorario dell’Archeo Club “Armos”, per l’anno 2025.
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