martedì,Marzo 4 2025

Stop del Tar al taglio dei pini in piazza Salvemini a Vibo, Rifondazione: «Battaglia di associazioni e cittadini, segnale di risveglio sociale»

Il circolo cittadino: «A creare scompiglio e agitazione nel Palazzo non è stata la politica ma sono ste le persone. Un nuovo processo di resistenza pacifica»

Stop del Tar al taglio dei pini in piazza Salvemini a Vibo, Rifondazione: «Battaglia di associazioni e cittadini, segnale di risveglio sociale»

Il Tar della Calabria ha accolto il ricorso presentato dal Wwf, attraverso l’avvocato Alessandro Caruso Frezza, vicepresidente cittadino dell’Associazione Italia Nostra, in merito all’ordinanza del 19 febbraio a firma del sindaco Enzo Romeo dove veniva disposto l’abbattimento dei 18 alberi presenti nei pressi dell’ospedale dove sono in corso interventi di riqualificazione urbanistica.

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Sulla questione interviene anche il circolo cittadino di Rifondazione Comunista: «Aldilà del successo per il momento parziale, e degli sviluppi futuri dell’intera vicenda che presenta più ambiti di conflittualità, è importante dare rilievo ad una, pur modesta, presa di coscienza e una inaspettata manifestazione di forte interesse per una contraddittoria vicenda pubblica che assume una indiscutibile valenza di partecipazione sociale, dopo tanti anni di distacco e disumanizzazione della politica con conseguente disaffezione da parte dei cittadini».

«A strappare tanta pace sociale e creare scompiglio ed agitazione nel Palazzo – si legga ancora nella nota -, non sono stati avversari professionisti della politica, bensì semplici cittadini singolarmente o, raggruppati per comune passione e sensibilità, in libere associazioni, quali appunto il Wwf e Italia Nostra, con la costante attenzione e sostegno fattivo, intellettuale e politico, del nostro partito, per sua natura e storia da sempre schierato a fianco di chi rivendica Trasparenza, Legalità e Giustizia. Insieme, ognuno per la sua parte, per le sue competenze e attitudini, a tutela di chi altrimenti non ha voce, è stata data visibilità a chi manifestava un bisogno diffuso di ascolto, che oggi come ieri, anche in questi primi mesi dell’Amministrazione Romeo, questo bisogno popolare è stato, con colpevole trascuratezza e con incauta sottovalutazione, ignorato e calpestato».

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Il collettivo di Rifondazione poi continua sostenendo che è per loro «un importante segnale di risveglio e reattività. Una domanda implicita anzi una rivendicazione di Democrazia aperta e partecipata; di voglia di cercarsi ed insieme muoversi in un percorso di vigilanza attiva. È un segnale! Per intanto si prende atto che un Potere Giudicante, se conserva una sua autonomia, rappresenta un riferimento per i più deboli e i “non protetti” che, spesso inascoltati, sono in cerca di giustizia, verità e risarcimento. Che c’è ancora spazio per promuovere una rete di ascolto e scambi di informazioni rispetto a cattiva gestione, malversazione, irregolarità, negazione di diritti e chiusura, sordità e lontananza nei confronti dei cittadini amministrati».

«Un nuovo processo di Resistenza pacifica ma non rinunciatario e accomodante. Non delegare solo ad altri, sulla fiducia, il ruolo di custodi della città, dei diritti dei suoi abitanti, del loro benessere e della migliore convivenza con la città  stessa,  con il suo passato; e con le inevitabili trasformazioni che debbono però salvaguardare e rendere compatibili le opinioni di tutti; senza prevaricazioni e trattamenti di riguardo verso chi pensa di poter continuare a vivere con inamovibili rendite di posizione nel ruolo di controllore e fustigatore delle idee e sacrosante aspettative altrui», conclude la nota di Rifondazione Comunista.

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