giovedì,Febbraio 27 2025

Pini a rischio in piazza Salvemini, Paolillo (Wwf): «La politica si contraddice e fa a gara per scaricare le responsabilità»

Da una parte il Pd che invita gli ambientalisti a ricorrere al Tar, dall'altra Monteleone che annuncia una nuova perizia, poi l'intervento dell'opposizione. Il naturalista vibonese: «Si è fatto di tutto per danneggiare quegli alberi»

Pini a rischio in piazza Salvemini, Paolillo (Wwf): «La politica si contraddice e fa a gara per scaricare le responsabilità»
I pini di piazza Salvemini a Vibo

«Più passa il tempo e più la questione della pineta di piazza Salvemini diventa un… ginepraio e le repliche e le precisazioni si susseguono senza sosta e spesso in contrasto tra di loro». Nuovo intervento di Pino Paolillo, naturalista ed esponente del Wwf Vibo Valentia-Vallata dello Stilaro, sulla vicenda dei pini del largo vicino all’ospedale. Intervento in cui sottolinea in particolare le contraddizioni della politica. «Eravamo pronti – scrive in una nota – a ringraziare il coordinamento cittadino del Pd per la sua risposta al nostro intervento relativo al programmato e annunciato taglio dei pini di Piazza Salvemini, perché non aveva fatto altro che confermare quanto avevamo ipotizzato: vale a dire che il progetto di nuova piazza (citiamo testualmente) “era stato elaborato a tavolino e calato dall’alto” dalla passata giunta, “che non ha neppure preso in considerazione la presenza degli alberi la cui fine pertanto sarebbe già stata prevista. Ciononostante, ci aveva sorpreso l’invito, rivoltoci dal coordinamento, a fare una “controperizia” che avrebbe dovuto dimostrare che il danno non era irreversibile e che i pini si potevano salvare. Ovviamente a spese dei volontari delle associazioni ambientaliste e magari, qualora il danno fosse riparabile, provvedere anche alle spese per il ripristino dei luoghi, riportando tutto il terreno asportato e (perché no?) annaffiare le piante finalmente rinvigorite, concimarle e potare i rami secchi. Aggiungerei anche dei tiranti in acciaio per sostenere quelli già inclinati. Sarebbe stato un esempio luminoso di partecipazione democratica dei cittadini alla gestione della cosa pubblica; altro che articoli sulla stampa e interventi sui social».

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Il sincero dispiacere per la sorte dei pini, continua Paolillo, «è acuito dal fatto che si continui, e per la terza volta (Cedrus docet), a evitare di andare… alla radice del problema e cioè che quei lavori dovevano essere evitati, se davvero, per come tutti sostengono, si aveva a cuore la sorte dei pini, visto e considerato che, dalla perizia dell’agronomo incaricato, risulta che “durante i lavori sono state tagliate o danneggiate le radici”. Almeno su questo, l’accordo è tristemente unanime».

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«Dopodiché – aggiunge – abbiamo preso atto con prudente soddisfazione, delle ultime dichiarazioni dell’assessore Monteleone che invece, pur contraddicendo la sentenza a morte del succitato coordinamento, ha promesso una nuova perizia e tutto quanto possibile per cercare di salvare i pini in extremis. Infine la dendronovela si è arricchita di un nuovo elemento: apprendiamo infatti dall’opposizione che no, nessun progetto “a tavolino” era stato preordinato per eliminare i pini, ma solo due, pur ammettendo che i danni erano stati misteriosamente arrecati a tutti e 18 (il motivo resta ignoto) e che chi doveva vigilare non l’ha fatto. In un clima di generale capovolgimento della realtà e di scarico delle responsabilità va a finire che le radici dei pini, ormai stanchi di vivere, si sono lesionate da sole».

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Conclude quindi Paolillo: «Sia detto a scanso di equivoci, facili strumentalizzazioni e a imperitura memoria: un conto è abbattere un albero perché rischia effettivamente di fare danni a persone (ambientalisti compresi) o cose, altro eliminare un albero (o un’intera pineta) dopo aver fatto di tutto per danneggiarlo. Sarebbe come provocare una ferita a un arto, lasciare che vada in cancrena, e poi decidere di amputarlo. Ovviamente dopo la perizia del chirurgo».

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