martedì,Febbraio 25 2025

Il reportage tra i bambini che si allenano in strada tra rifiuti e auto perché Vibo non ha (ancora) una pista di atletica – VIDEO

Le immagini che Il Vibonese vi propone sono degne di una pagina di Welcome to Favelas: nel 2025 nel Vibonese è “normale” che si faccia sport tra discariche abusive e degrado. L’allenatore: «Uno scandalo, capisco i genitori che rinunciano»

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Chi ama praticare l’atletica leggera ma vive nel Vibonese non ha altra scelta che allenarsi in strada. Lo sanno bene gli atleti e i piccoli sportivi dell’associazione podistica Conoscere Jonadi che, in mancanza di piste d’atletica, svolgono i propri allenamenti tra pericoli e rifiuti.  

Tre volte a settimana i tesserati, tra cui diversi bambini, si incontrano infatti nella spaziosa area degli ex Mercati generali di Vibo Valentia (località aeroporto), un luogo abbandonato a se stesso e divenuto oramai una vera e propria discarica a cielo aperto. Da qui partono le sessioni di allenamento che poi continuano, appunto, lungo la strada.

«Ci ritroviamo ad allenarci sull’asfalto tra macchine e camion che passano di continuo o in uno spazio che ha una superficie dissestata e che è diventato un ricettacolo di immondizie. Ci sono anche macchine che vengono a parcheggiare perché si tratta di un parcheggio destinato ai vecchi Mercati generali e noi lo abbiamo fatto nostro abusivamente – spiega il presidente di Conoscere Jonadi Antonio Rossi -. Però purtroppo è impossibile lavorare serenamente perché in queste condizioni rischiamo veramente che i nostri bambini si facciano male».

L’associazione presieduta da Antonio Rossi da anni denuncia la carenza di strutture adeguate e, sostanzialmente, di piste di atletica sul territorio. Nell’aprile dello scorso anno la precedente amministrazione comunale di Vibo Valentia guidata da Maria Limardo annunciava come fosse stato sbloccato un mutuo con il credito sportivo che avrebbe permesso di realizzare una pista di atletica leggera, con i lavori che sarebbero cominciati entro il 2024. Ma di fatto, a febbraio 2025, la strada è ancora l’unica pista utilizzabile.

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Nonostante tutte le difficoltà non mancano per l’associazione anche soddisfazioni per i risultati sportivi raggiunti dai suoi tesserati. Pochi giorni fa due giovani atleti della Conoscere Jonadi, Concetta Valente e Alberto Rombolà, sono giunti rispettivamente secondo e terzo al Fly Cross, seconda prova del campionato regionale per società della categoria allievi. Un dato che per certi versi aumenta i rimpianti ma che al tempo stesso premia la passione e la determinazione dei giovani atleti: «Durante le gare stiamo raccogliendo dei buoni risultati perché veramente loro ce lo mettono tutta, è una piccola società la nostra però ci facciamo riconoscere» commenta orgoglioso Antonio Rossi. 

«Il numero degli iscritti è altalenante ogni anno perché non è semplice sopportare questa situazione – aggiunge Rossi -. Soprattutto i genitori, comprensibilmente, dopo poco decidono di ritirare i propri figli». Tra questi genitori c’è anche Antonio Alessandria che commenta così ai nostri microfoni: «Io mi sono recato in questo luogo pensando che qui ci fosse soltanto l’appuntamento per andare poi a fare gli allenamenti presso una località idonea. Con mia grandissima e amara sorpresa ho scoperto che non è così. Trovo scandaloso che i bambini e gli sportivi in generale siano costretti, nel 2025, e soprattutto in un capoluogo di provincia, ad allenarsi in un posto indecente come questo perché non si dispone di spazi che siano adeguati a questo tipo di allenamenti».

Infine l’appello del presidente del sodalizio Antonio Rossi rivolto alla politica locale: «Sono soprattutto i politici – conclude Rossi – che devono portare avanti in questa comunità componenti fondamentali di una società come può essere lo sport. Credo che tutta la cittadinanza e il comprensorio di Vibo reclami una struttura che sia consona alle esigenze di questi ragazzi. Qui si parla di sport, ma si parla di prevenzione, di fare un sano movimento. Non possiamo correre sulla nazionale, non possiamo correre sull’asfalto. Una pista. Chiediamo solo una pista».

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