‘Ndrangheta: operazione Habanero, resta in carcere presunto azionista del clan di Acquaro
La Cassazione respinge il ricorso per un 31enne ritenuto persona di assoluta fiducia di Angelo Maiolo


Resta in carcere Vincenzo Pisano, 31 anni, di Gerocarne, arrestato a giugno nell’operazione antimafia denominata Habanero. E’ quanto deciso dalla quinta sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso dell’indagato e confermato la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro. E’ accusato dei reati di associazione mafiosa (clan Maiolo di Acquaro), estorsione in concorso, turbativa d’asta aggravata in concorso, detenzione e porto in luogo di armi da guerra e di numerose armi comuni da sparo, traffico di sostanze stupefacenti, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Per i giudici del Riesame e della Cassazione, che si sono pronunciati sulle esigenze cautelari, Vincenzo Pisano sarebbe un “azionista di massima fiducia dei vertici della ‘ndrina Maiolo inserita nel locale di ‘ndrangheta di Ariola, consorteria finalizzata alla commissione di svariati reati tra cui omicidi, estorsioni, usura, traffico di armi e sostanze stupefacenti, operante nei territori di Acquaro, Arena, Dasà e zone limitrofe e avente ramificazioni in Abruzzo, Piemonte e Svizzera”. A seguito dell’aggressione di Angelo Mazza, cugino di Angelo Maiolo, Vincenzo Pisano avrebbe inoltre partecipato alla “spedizione punitiva ai danni di Luigi Federici, di cui riferiscono anche i collaboratori Bartolomeo Arena e Michele Camillò, che hanno confermato la ferocia e l’estrema pericolosità dei Maiolo”. Le intercettazioni avrebbero inoltre svelato sia la disponibilità di armi da parte di Vincenzo Pisano, sia l’operatività dello stesso nelle estorsioni ai danni di “tutte le attività economiche di Acquaro, mettendo “in ginocchio” ogni negozio, arrivando ad intimidire un venditore di pollame con la collocazione di due cartucce” davanti alla sua attività. Sul conto di Vincenzo Pisano hanno infine reso dichiarazioni anche i collaboratori di giustizia anche Walter Loielo di Ariola di Gerocarne e Raffaele Moscato di Vibo Marina (del clan dei Piscopisani).
LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta, carcere duro per i fratelli Maiolo di Acquaro: sono accusati di aver ordinato la strage di Ariola