Sequestro di persona, lesioni e minacce: due arresti a Briatico – Video
I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo hanno eseguito un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere
I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo hanno eseguito un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone pluripregiudicate fra cui due fratelli residenti a Briatico (Paolo Romano, 39 anni e Francesco Romano, 33 anni) con diverse denunce e precedenti anche per associazione mafiosa e un imprenditore bergamasco, di Ponteranica (Bg), gravato da condanna per reati tributari. Il provvedimento di arresto, firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo, Federica Gaudino, su richiesta del sostituto procuratore Emanuele Marchisio, rappresenta l’epilogo di un’indagine, denominata “Pay to live” condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Bergamo, per far luce sui legami tra un cinquantaseienne bergamasco con interessi nella vendita e noleggio di autoveicoli e due persone vicine ad ambienti ‘ndranghetisti, della cui opera l’imprenditore si è avvalso per recuperare propri crediti. [Continua dopo la pubblicità]
I fatti risalgono alla mattina del 6 ottobre scorso, quando nel pieno centro di Bergamo i due fratelli di Briatico hanno aggredito, picchiato, rapinato di un telefonino, minacciato e poi rapito, un pregiudicato bergamasco in affari con un sessantatreenne residente a Dalmine (Bg), pure lui gravato da diversi reati tributari e riciclaggio, che aveva contratto un debito nei confronti del mandante dei due aggressori. Sempre sotto la minaccia di un coltello e delle continue percosse, i malviventi si sono fatti accompagnare dalla vittima presso l’abitazione del debitore per incassare il credito, pari ad oltre 12mila euro. L’uomo, nel tentativo di sfuggire ai suoi aggressori, li ha condotti con un espediente in una sala scommesse nel quartiere Colognola a Bergamo, dove sapeva essere attivo un sistema di videoriprese. Il continuo pestaggio ha generato la reazione dei presenti all’interno del locale pubblico e solo la richiesta dell’intervento delle forze dell’ordine ha indotto gli assalitori alla fuga.
L’episodio, denunciato dall’aggredito al comando della Guardia di finanza di Bergamo, ha fatto immediatamente scattare le indagini da parte dei finanzieri che già in passato avevano investigato nei confronti di alcuni soggetti coinvolti nella vicenda, nell’ambito di una precedente indagine (Crazy Water). Ed è stato con rapidità che i militari attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, acquisizione di testimonianze hanno potuto ricostruire la dinamica degli avvenimenti, giungendo in breve tempo all’identificazione degli aggressori e del mandante dell’estorsione e del pestaggio.
La violenza ed i modi cruenti utilizzati dal gruppo criminale per convincere la vittima a sottostare alle pressanti richieste sono stati documentati dai filmati acquisiti durante le indagini che testimoniano i pestaggi cui è stato sottoposto il malcapitato. A seguito dei riscontri investigativi, l’autorità giudiziaria ha richiesto al gip la cattura dei tre presunti responsabili, che il giudice descrive nella sua ordinanza come soggetti pregiudicati, collegati con ambienti criminali particolarmente pericolosi e che ora devono rispondere dell’accusa di estorsione, rapina, sequestro di persona, lesione e minacce.
Gli arresti dei due fratelli vibonesi, Paolo e Francesco Romano, identificati negli aggressori, nipoti di un noto pluripregiudicato anch’egli di origini calabresi, da tempo domiciliato in Romano di Lombardia (Bg) attualmente in carcere per scontare una condanna per estorsione e rapina aggravata sono avvenuti a Briatico. L’imprenditore bergamasco, ritenuto il mandante, è stato invece tratto in arresto presso la sua abitazione in Ponteranica (Bg). Nel corso delle operazioni sono state sequestrate due Porsche Cayenne, quattro orologi di marca, gioielli, quadri, denaro contante e diversi titoli di credito.
Paolo Romano il 9 novembre 2017 è stato condannato a 4 anni in abbreviato a Vibo Valentia per il reato di lesioni aggravate dall’uso di un’arma per aver sparato proprio al fratello Francesco con una pistola calibro 9. Francesco Romano è invece coinvolto sia nell’operazione della Dda di Palermo denominata “Kerkent” e sia nell’operazione “Rimpiazzo” della Dda di Catanzaro che ad aprile ha colpito il clan dei Piscopisani. In entrambi i casi, Francesco Romano è accusato di narcotraffico. I due fratelli sono difesi dall’avvocato Giuseppe Bagnato.
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