giovedì,Febbraio 13 2025

Maltrattamenti ai bimbi dell’asilo di San Costantino Calabro, dopo 12 anni condannate due maestre

L'operazione dei carabinieri, che si sono avvalsi di riprese video, risale al 2013. Concesse le attenuanti generiche alle imputate. Tredici le parti civili costituite

Maltrattamenti ai bimbi dell’asilo di San Costantino Calabro, dopo 12 anni condannate due maestre

Un anno e quattro mesi a testa, con sospensione della pena e pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili. Questa la condanna decisa dal Tribunale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Laerte Conti, nei confronti delle maestre Ines Romano, 74 anni, originaria di Mileto, ma residente a Filandari – finita agli arresti domiciliari nel maggio 2013 e poi scarcerata – e Angela Battaglia, 66 anni, di Pizzo Calabro. Le due maestre (Ines Romano, difesa dall’avvocato Giovanni Marafioti, Angela Battaglia assistita dall’avvocato Michele Ranieli) erano accusate di maltrattamenti nei confronti dei bimbi della scuola primaria dell’infanzia (asilo) di San Costantino Calabro. Si trattava di bimbi di età compresa fra i 5 ed i 6 anni che, secondo l’accusa, sarebbero stati giornalmente maltrattati dalle maestre, con l’inchiesta dei carabinieri che si è avvalsa di videoriprese che avrebbero documentato la metodica adottata dalla maestra poi arrestata e che sarebbe consistita, anche secondo il gip, in “schiaffi, calci e spintoni, lanci di piatti e di bottiglie contro i bimbi”. Nei confronti delle due imputate, il giudice ha escluso le contestate aggravanti (abuso di autorità) ed ha concesso loro le attenuanti generiche (prevalenti sulla residua aggravante). Le parti civili (le famiglie dei bimbi maltrattati) erano in totale 13, di cui quattro assistite dall’avvocato Giuseppe Grande, mentre le altre erano rappresentate dagli avvocati Domenica Chiarello, Antonio Mazzeo, Giuseppe Santamaria, Nicoletta Corigliano, Annina Suppa, Alfredo Mercatante. Per ciascuna delle parti civili, il Tribunale ha disposto a carico delle due maestre la condanna in solido al risarcimento del danno morale liquidato in 500 euro per ognuna di esse.

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