mercoledì,Novembre 27 2024

Narcotraffico internazionale: inchiesta “Pigna d’oro”, vibonesi condannati a Bologna

Dure condanne nel processo con rito abbreviato per l’organizzazione diretta dal broker Francesco Ventrici di San Calogero

Narcotraffico internazionale: inchiesta “Pigna d’oro”, vibonesi condannati a Bologna

Sette condanne per un totale complessivo di 68 anni e 8 mesi di reclusione. Sono quelle inflitte dal gup del Tribunale di Bologna, Rita Zaccariello, nei confronti dell’organizzazione di narcotrafficanti diretta da Francesco Ventrici, (in foto in basso) 45 anni, di San Calogero, nel Vibonese, uno dei massimi broker internazionali di sostanze stupefacenti ed in particolare di cocaina. Il processo si è svolto con il rito abbreviato che ha consentito agli imputati condannati di usufruire dello sconto di pena pari ad un terzo. L’organizzazione era stata smantellata a marzo 2016, quando la Squadra mobile di Bologna, coordinata dai pm della Dda Francesco Caleca e Roberto Ceroni, al termine dell’operazione denominata “Pigna d’oro”, aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per  dieci indagati.

Le condanne. Francesco Ventrici (avvocato Fausto Bruzzese) è stato condannato a 16 anni di reclusione a fronte di una richiesta dell’accusa a 20 anni di carcere; Francesco D’Ascoli, di 45 anni, di Vibo Marina (avvocato Sergio Rotundo), è stato condannato a 10 anni di reclusione a fronte di una richiesta di pena a 18 anni; 10 anni e 8 mesi di reclusione è invece la condanna per Vincenzo Greco, 41 anni, presunto braccio-destro di Franco Ventrici nel traffico di stupefacenti; 8 anni a testa è infine la condanna per Lorenzo Idà, 34 anni, di Gerocarne, Enzo Messina, 50 anni, di San Pietro Casale (Bo), Nicola Caputo e Nicola Bonessi (41 anni).

Le accuse. Il gruppo aveva una base, un casale di campagna a Sala Bolognese di proprietà di Nicola Bonessi. Lì veniva nascosto lo stupefacente e sarebbero avvenuti gli incontri fra Ventrici e gli altri sodali. Lorenzo Idà si sarebbe occupato dei ‘rapporti esterni’ all’associazione, mentre il costruttore edile Enzo Messina e il geometra Nicola Caputo, che lavorava con il costruttore nel Bolognese, secondo gli inquirenti sarebbero stati gli ‘addetti alla rivendita’ della droga. Nel corso del blitz nel casolare di Sala Bolognese il 17 dicembre 2015 la polizia ha trovato il deposito per lo stupefacente: una botola interrata sotto il fienile contenente quasi 40 chili di marijuana e due chili di cocaina.

Collegio di difesa. Insieme agli avvocati Sergio Rotundo e Fausto Bruzzese, impegnati nel collegio di difesa anche gli avvocati Giuseppe Gervasi, Mauro Ruga, Roberto Derrico e Massimiliano Murgo.

Francesco Ventrici, alias “Il Gordo” o il “boss della Sbarrera”, già socio del broker della cocaina Vincenzo Barbieri (ucciso a San Calogero nel marzo 2011), già condannato in via definitiva al termine della storica operazione “Decollo” (2004) della Dda di Catanzaro contro il narcotraffico internazionale di cocaina, si era trasferito a pena scontata nel Bolognese. E proprio a Bologna è stato condannato per intestazione fittizia di beni nel procedimento nato dall’operazione “Golden Jail”, mentre nel 2014 ha subito la confisca di un patrimonio di un milione e 300 mila euro frutto del narcotraffico internazionale. Francesco Ventrici viene ritenuto dagli inquirenti come uno dei massimi importatori in Europa di cocaina dal Sud America. Attualmente è sotto processo a Bologna anche per la tentata importazione via aerea in Italia di 1.500 chili di cocaina (operazione “Due torri connection”) e da ultimo si ritrova fra i principali indagati anche dell’operazione antidroga denominata “Stammer” (LEGGI QUI: Operazione “Stammer”: l’egemonia del vibonese Franco Ventrici nei traffici di cocaina)del Ros scattata il 24 gennaio scorso con il coordinamento della Dda di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri.

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