Nei cassetti c’è un “piano Battistini” per non chiudere l’ospedale di Vibo: Città Attiva chiede che fine abbia fatto
Niente ospedale da campo, né trasferimento dei reparti altrove: un verbale risalente alla vecchia gestione dell’Asp prevede la coesistenza dell’intervento di adeguamento sismico da 25 milioni di euro con le attività ospedaliere
Smobilitare l’ospedale di Vibo per fare i lavori di adeguamento sismico? Non serve, c’è un progetto che prevede la coesistenza dei lavori con l’attività ospedaliera. Lo ricorda l’Osservatorio civico Città Attiva, che si chiede che fine abbiano fatto le indicazioni dell’ex direttore sanitario Luigi Mandia che insieme ai primari aveva pianificato una soluzione compatibile con l’attività dei reparti. All’epoca, nel 2023, a guidare l’Asp c’era il generale Antonio Battistini.
«Non possiamo tacere sulla discussione che sta riguardando in questi giorni i lavori di ristrutturazione dello Jazzolino di Vibo – scrivono in una nota -, e ci teniamo a ricordare a tutti che esiste un verbale di collegio di direzione con direttore sanitario e primari in cui si pianificavano le attività in parallelo con i lavori. Era un progetto condiviso con i medici, per lavorare a ospedale funzionante, con la condivisione anche da parte della ditta, per cui rimaniamo davvero sconcertati nel vedere che adesso sembrano cadere tutti dalle nuvole, oltre che si ha la sensazione che si stia facendo a gara a chi la spara più grossa, addirittura parlando di ospedali da campo come nelle zone di guerra o, peggio ancora, di rivolgersi alle strutture private».
Insomma, secondo le coordinatrici di Città attiva – gli avvocati Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo – esiste nei cassetti un “progetto”, condiviso con l’impresa incaricata di effettuare l’intervento da 25 milioni di euro, che non prevede il trasferimento dei reparti di Chirurgia, Ortopedia e Oculistica. Soldi che andranno persi se il relativo cantiere non viene aperto entro la fine di febbraio. Da qui la corsa contro il tempo che in queste ultime settimane, grazie anche agli articoli de Il Vibonese, sta monopolizzando l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica. Al momento, infatti, una soluzione non è stata ancora adottata. Sul tavolo ci sono tre possibilità: allestire un ospedale da campo nei pressi dello Jazzolino dove trasferire i reparti di Oculistica, Ortopedia e Chirurgia, portare tutto a Tropea o anche a Serra oppure affidarsi a una struttura privata che possa accogliere i reparti che vanno temporaneamente smantellati. Ma finora nessuno aveva richiamato questo verbale che offrirebbe, a quanto afferma l’Osservatorio, una quarta opzione che spazzerebbe via le altre.
«Allora il direttore sanitario era il dottor Mandia, che ha affiancato all’inizio il commissario Battistini (che si insediò alla guida dell’Asp nella primavera del 2023, ndr) e già allora avevano pianificato tutto – continua l’Osservatorio civico -, per cui non comprendiamo cosa sia cambiato da allora ad oggi, invitiamo quindi tutti a riprendere in mano quel progetto, lasciando perdere tutte le fantasiose idee che stanno prendendo campo in questi giorni».
Dopo aver rimarcato le critiche mosse già in diverse occasioni alla triade commissariale che guida l’Asp dallo scioglimento per mafia alla fine di settembre 2024, Città attiva rinnova l’appello al prefetto Colosimo, «alla luce del suo invito ad ascoltare con attenzione le istanze dei cittadini, di convocare il commissario Battistini per verificare la sua disponibilità a dare supporto alla commissione straordinaria, in evidente difficoltà». «È una richiesta che abbiamo formulato più volte e che rinnoviamo, confidando molto in Lei e nella Sua reale volontà di aiutare questo territorio a risollevarsi», concludono rivolgendosi al rappresentante territoriale del Governo: «Se la nostra voce, quella dei cittadini, conta veramente, Le chiediamo questa volta di schierarsi al nostro fianco e di restituirci il generale che stava guidando un esercito che sta lottando da anni per una Sanità degna di un Paese civile».