martedì,Novembre 26 2024

Tabaccaio ucciso ad Asti, imputato di Nicotera si dichiara colpevole

Sotto processo anche altri due vibonesi per i quali il pm ha già chiesto l’ergastolo

Tabaccaio ucciso ad Asti, imputato di Nicotera si dichiara colpevole

Colpo di scena nel processo con rito abbreviato che si sta svolgendo dinanzi al gup del Tribunale di Asti e che vede imputati anche tre vibonesi accusati dell’omicidio di Manuel Bacco, il tabaccaio di 37 anni ucciso il 19 dicembre 2014 nel suo negozio di Asti al termine di una rapina. Giuseppe Antonio Piccolo, 27 anni, di Nicotera, ha infatti ammesso di aver partecipato alla rapina finita nel sangue con il ruolo di “palo” alla porta dell’esercizio commerciale. Piccolo ha chiesto scusa alla vedova di Manuel Bacco (Cinzia Riccio, parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Giovanni Vitello), spiegando che l’omicidio non sarebbe stato voluto. Dopo la rapina finita in tragedia ha dichiarato di essere stato ospitato da un certo Luigi (di cui non ricorda il cognome) per essere il mattino successivo portato a Milano dove ha preso un treno che l’ha riportato a Nicotera. Giuseppe Antonio Piccolo è il figlio di Roberto Piccolo, quest’ultimo ritenuto dagli investigatori un elemento di peso del clan Mancuso. [Continua dopo la pubblicità]

Jacopo Chiesi, 25 anni, pizzaiolo di Castello d’Annone, ha invece negato di aver preso parte alla rapina, dichiarando che quella sera si trovava al lavoro e quindi ribadendo la propria estraneità all’accusa di aver materialmente sparato contro Manuel Bacco. Nella precedente udienza, invece, era stato Antonio Guastalegname, 50 anni, imprenditore residente a Castello di Annone, ma originario di Vibo Marina, a rendere dichiarazioni ammettendo le proprie responsabilità nell’organizzazione della rapina sfociata nel fatto di sangue, ma scagionando però il figlio Domenico (25 anni, pure lui originario di Vibo Marina) e Jacopo Chiesi. Per tutti gli imputati – compreso Fabio Fernicola, 40 anni, di Asti – il pm, Laura Deodato, ha già chiesto la condanna all’ergastolo.

Antonio Guastalegname è difeso dall’avvocato Roberto Caranzano, Domenico Guastalegname dagli avvocati Antonio Porcelli e Fabio Schembri, Antonio Piccolo dagli avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Di Renzo, Fabio Ferincola dall’avvocato Patrizia Gambino e Jacopo Chiesi dagli avvocati Roberto Caranzano e Fabrizio Brignolo. 

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